Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 22/6/2010 alle 07:00

Scrivo queste note prima dell’esito scontato e sotto ricatto del referendum per gli operai di Pomigliano. Vorrei far notare che si sottopone a referendum la cancellazione di diritti previsti da un contratto nazionale che Confindustria, Cisl e Uil non hanno mai voluto sottoporre a referendum tra i lavoratori. La stampa nazionale, le TV e, purtroppo, anche una parte dei sindacati passano sopra l’incostituzionalità del diktat di Marchionne proclamando che “non c’è alternativa”.  Questa è la silloge del pensiero unico imposto dai detentori del potere, che, volta per volta, ha cambiato faccia: prima liberismo senza mai rinunciare agli aiuti di stato, poi capitalismo di stato per salvare banche, assicurazioni e giganti dell'industria, per passare ora a un vero e proprio saccheggio, usando come fossero bancomat salari, pensioni, servizi sociali e «beni comuni». Così la libertà di impresa oggi richiede uomini robot  e il coro dei ciambellani di corte pensa che sia inevitabile.

Questa storia mi ha fatto pensare a quando Charlot fa l'operaio nel film "Tempi moderni" (1936), producendo una efficacissima satira di quel macchinismo che pretende di schiacciare l'uomo in nome del profitto e  dell'efficienza. La filosofia che la FIAT  pratica, tra l’altro, è foriera di difetti di produzione, proprio in virtù della totale estraneazione dei lavoratori dal prodotto. In una scena del film citato, per il resto muto, Charlot canta - è l'unico momento in cui si sente la sua voce - la celebre canzone della Titina: "Io cerco la Titina, la cerco e non la trovo,Titina, mia Titina, chissà dove sarà..." Credo che Charlot alludesse ad una alternativa che lo rifacesse assomigliare ad un uomo. Tornando agli operai di Pomigliano che non sono in condizioni di scegliere perchè hanno il coltello puntato alla gola, vorrei dire che con loro e per loro occorre cercare una alternativa umana. Per trovarla bisogna reagire al pensiero unico e, insomma, tornare a discutere, organizzarci, scioperare almeno a livello europeo, sulla base di un diverso concetto della ricchezza sociale (è la nostra Terra, l'unica che abbiamo) e di una idea concreta di convivenza e di diritto ad una vita dignitosa. Non facciamoci allora incastrare da un referendum illegittimo e , già dallo sciopero del 25 della CGIL creiamo le condizioni di respingere al mittente i ricatti di Marchionne e di non lasciare soli quelli dell’Alfa.

 

Commenti dei lettori: 3 commenti -
Bellissimo questo pezzo! Grazie. La citazione della canzone dell'omino del film Tempi Moderni mi rimarrā impressa.
Scritto da Giulio il 22/6/2010 alle 08:47
paradossalmente si potrebbe dire grazie a marchionne,il suo odioso ricatto ha quanto meno riportato in prima pagina quella figura che pareva esistesse solo nel film tempi moderni l'operaio della catena di montaggio,qualche articolo anche di rilievo,pro e contro lo abbiamo letto negli ultimi giorni, l'impressione č che ai lavoratori sia rimasta nelle mani solo una matita con la punta avvelenata,persa la voce ci si deve affidare solo alla Fiom, ma la MIA storia mi dice che la democrazia non abita li
Scritto da angelo motta il 22/6/2010 alle 12:03
come volevasi dimostrare, il referendum non č servito a nulla e ora si riparte con le trattative... ma i diritti dei lavoratori dove sono finiti?
Scritto da Alberto il 23/6/2010 alle 10:02
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