Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 6/7/2010 alle 11:00

La decisione di deportare, dentro dei container completamente sigillati, verso il carcere di Al-Biraq in Libia, un numero che varia tra i 250 e 300 rifugiati eritrei, in seguito al loro rifiuto di compilare un modulo prestampato di espatrio “volontario” preparato dall’ambasciata del regime eritreo a Tripoli, ha suscitato vasta indignazione e la condanna da parte di diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani. L’Unità e il manifesto sono gli unici giornali italiani che hanno dedicato alla vicenda pagine intense.

Già lo scorso gennaio, le autorità libiche avevano cercato di imporre ai profughi eritrei, con l’uso della forza e del ricatto, la compilazione del sucitato modulo di identificazione e la loro schedatura fotografica. Al loro rifiuto, la polizia libica era passata alle torture.

Un’azione di rimpatrio forzato di questi profughi verso l’Eritrea, oltre a mettere in pericolo la loro vita, apre le porte a nuove torture e condanne di persone innocenti, costrette ad emigrare per scampare da una spietata dittatura instaurata nel paese. Di fatti, sono tutt’ora fresche nella memoria della popolazione eritrea, le brutalità che hanno subìto i profughi eritrei deportati da Malta nel 2002, dalla Libia nel 2004 ed infine dall’Egitto nel 2008, che una volta scaricati all’aeroporto di Asmara, sono stati direttamente accompagnati dentro i lager del regime e fatti letteralmente scomparire.

Ma non dobbiamo guardare a questa vicenda solo in modo indignato e compassionevole: noi italiani, attraverso il nostro Governo e il ministro Maroni, siamo complici attivi, perché con navi militari e, novità del giorno, con reparti speciali alla Malpensa, respingiamo i rifugiati politici dalle nostre coste verso la Libia e ci gloriamo della orrenda bravata ad ogni rimprovero dell’ONU per l’infrazione delle regole di diritto internazionale. Maroni sa benissimo quale sarà l’esito per le persone colpite dai suoi respingimenti, ma per un po’ di voti in più e per blandire le pulsioni xenofobe padane si fa questo ed altro…

 

Commenti dei lettori: 4 commenti -
Bene: noi respingiamo gli Eritrei nelle carceri con torture di Gheddafi, mandiamo loro Prosperini con tangenti e traffici di armi, la Lega in compenso prende voti per via del pugno di ferro del Roberto di Lozza. Roba da schifare anche gli stomaci di ferro
Scritto da un varesino indignato il 6/7/2010 alle 08:49
La vicenda degli eritrei in Libia di questi giorni, è un altro caso lampante di violazione dei diritti unmani, della dignita dell'uomo e della donna.La ferita più forte, tuttavia, viene inferta dai media italiani che con il loro silenzio si rendono complici e, soprattutto, legittimano il sopruso in ogni sua forma. Non chiudiamo gli occhi di fornte alle violazioni e non voltiamo la faccia,. Eccovi un link per essere consapevoli su questa vicenda: http://fortresseurope.blogspot.com/
Scritto da Un' eritrea il 6/7/2010 alle 10:32
L'Onu ha nominato la Libia responsabile per i Diritti Umani e ha l'accordo di rimpatrio nel sudafrica, all'ora c'è qualche cosa che non va, siamo alle solite tefonate fasulle filmati che non dimostrano il dire con il fare ma poi ad arte vengono trasmesse solo nelle Tv amiche vedi Rai3 I boccaloni ci sono sempre ma l'importante e dare contro e in questo caso la Lega e Maroni. La gente sà discernere il falso dal vero, non ha bisogno di sentire le panzane di una sinistra allo sfascio bisogna pensare
Scritto da Otello il 6/7/2010 alle 10:51
Condivido il dolore (di questo si tratta) della signora eritrea che ha scritto il secondo commento al tuo post. Il silenzio è un'arma che uccide e tortura allo stesso modo delle armi e delle percosse. Ti ringrazio Mario per questa ulteriore e purtroppo triste e tragica segnalazione di violazione dei dirtti umani. Parlarne è dovere di ogni cittdino. L'augurio è che ognuno di noi diventi "tam.tam" di queste notizie terribili, perchè solo sapere e conoscere è fondamentale.
Scritto da Luisa Oprandi il 6/7/2010 alle 16:04
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