Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 5/8/2010 alle 07:30

Ormai questo Governo ha paura ad uscire da un Palazzo blindato. Non presenzia a Bologna alla commemorazione dei morti per strage; esonera il suo capo dal presenziare a Montecitorio al dibattito sulla sfiducia a Caliendo, impone all’Italia una pessima manovra finanziaria con il 36° voto di fiducia in 2 anni. Mentre ormai Bossi beve di tutto, è comunque curioso che tra le ragioni di tensione tra Berlusconi e Fini l’argomento della bastonata sociale della manovra sia stato completamente assente. Ad esempio il Ministro che è al centro dell’iniziativa referendaria per l’acqua pubblica - Ronchi - è l’unico ministro finiano nel Governo attuale. Quindi…siamo ancor sempre nelle mani della destra: litigiosa, ma destra.

E, per la verità, la ragione che fa sembrare Tremonti più forte di quanto in realtà non sia è proprio nella subalternità del resto della coalizione di Governo, leghisti e finiani compresi, alle sue scelte di politica economica e sociale.

Anche l’opposizione non ha brillato nella battaglia contro le scelte economiche e sociali del Governo. Sarebbe ingeneroso dire che non c’è stata opposizione, ma è un fatto che troppo spesso le voci di opposizione in parlamento erano dissonanti, troppo preoccupate del proprio posizionamento e meno dei drammi sociali che hanno colpito fasce decisive della popolazione, del mondo del lavoro e che questa manovra renderà ancora più gravi. In troppi casi l’opposizione ha adoperato argomenti difensivi e qualche volta subalterni. Ma i nodi verranno al pettine e il governo “Forza Italia-Lega” sarà sempre più solo.

Se ripresa economica ci sarà - e il Governo in questo non avrà alcun merito - sarà senza occupazione. Grasso che cola se si riuscirà a recuperare parte dell’occupazione perduta. Per di più, il caso Fiat farà scuola e rischia di diventare strutturale.

Verso Regioni ed Enti locali vengono fatti tagli pesantissimi che ne minano il funzionamento, gli investimenti, le attività sociali. Cambia l’Italia, come dicono dalle TV i governanti, ma non sarà certo un’Italia migliore…

 

Commenti dei lettori: 5 commenti -
Fotografia e relativo commento praticamente perfetti. Purtroppo.
Scritto da paolo rossi il 5/8/2010 alle 07:40
Caro Agostinelli, chissà che alla fine una destra così antistorica, così perduta e nascosta nelel nebbie degli interessi personali di principi e vassali, non costringa il centrosinistra a fare ordine nel suo pollaio, a ridimensionare i personalismi e far emergere una leadership collettiva, forte non del carisma di un capo, ma del carisma collettivo di una squadra ! e' un sogno sperarlo ?
Scritto da Giovanniderosa il 5/8/2010 alle 08:41
Forse vediamo il tramonto di Berlusconi, ma lo dobbiamo a Fini. Hai ragione tu, Mario: finchè non ritorneranno al centro le scelte economico-sociali, il centrosinistra si barcamenerà nel solito dilemma: stringiamo al centro o apriamo all'ala radicale? Lasciando una base sociale impoverita e privata dei diritti allo sbando del populismo del primo o del secondo venuto.
Scritto da Adrian Zanolla il 5/8/2010 alle 09:43
Caro Mario, sono sempre più soli, è vero, ma ancora con tantissimi voti. Mentre il consenso dell'opposizione non cresce. C'è la volontà di una autocritica serena e generale del centrosinistra tendente ad includere, non ad escludere, le forze di frontiera anche sul centro?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/8/2010 alle 10:37
Se, come dice Giovanni De Rosa, il centrosinistra che si opporrà in campagna elettorale alla deriva antidemocratica di Berlusconi farà emergere una leadership collettiva, allora sarà il programma che ricomporrà le sue anime e non faranno da pregiudiziale le ingegnerie di schieramento. Allora sarà possibile includere come una ricchezza anche le forze di frontiera aperte e perciò non settarie cui fa riferimento Adamoli, cogliendo bene il significato drammatico e i bisogno di unità di questa fase
Scritto da Mario Agostinelli il 5/8/2010 alle 11:33
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