Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 9/8/2010 alle 10:10

Il business del petrolio e del gas ha mostrato negli ultimi anni dei mutamenti di grande rilievo. Intanto bisogna registrare il fatto che le grandi compagnie petrolifere internazionali non sono più politicamente potenti come una volta, in particolare nei paesi che possiedono le maggiori quantità di idrocarburi. Tra l’altro, le compagnie nazionali, originarie dei paesi emergenti (Petrochina, Aramco,  Petrobras,  Gazprom, controllano ormai all’incirca il 90% delle riserve mondiali. Il potere residuo delle major  occidentali risiede nella loro capacità di governare le tecnologie più avanzate del settore e nella loro rilevante forza finanziaria. Le imprese del Nord, per far fronte a tali sviluppi, tendono, tra l’altro, a diversificare le loro attività, concentrandosi sui settori dell’estrazione in acque profonde, in quello delle sabbie bituminose ed anche nel nucleare, nell’etanolo e, più in generale, nei biocarburanti e nell’estrazione chimica del gas dalle rocce. Tutte tecnologie che richiedono grandi sprechi di acqua sempre meno disponibile. La crisi sta nel frattempo contribuendo a cambiare la geopolitica del petrolio. Simbolicamente nel 2009 l’Arabia Saudita ha esportato più petrolio verso la Cina che non verso gli Stati Uniti.Nonostante queste novità, cresce la preoccupazione che il petrolio cominci a declinare e comunque ad essere progressivamente insufficiente rispetto ad una domanda che cresce in media dell’1,2% all’anno e le nuove fonti disponibili saranno sempre più costose, sporche e insicure (si veda il caso BP). Si può uscire da questo dilemma tra problemi ambientali e carenza di petrolio e gas solo se si investe adeguatamente nel campo dei risparmi energetici e dell’energia verde, attività sulle quali né l’Eni né l’Enel né il Governo sembrano in alcun modo entusiasti di investire.

Commenti dei lettori: 1 commento -
cambia tutto in questa fase e siamo proprio ad un cambio epocale. Non sono pių la BP, la SHELL, la TOTAL del secolo scorso, ma le nazionalizzate di Russia, Brasile e Cina a fare la politica delle risorse energetiche. Ragione in pių per renderci indipendenti con sole e vento. Bravo Mario per la tua insistenza!
Scritto da Carlo Conte il 9/8/2010 alle 08:20
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