Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 26/9/2010 alle 19:12

Nessuno ne ha più parlato, ma i roghi che questa estate hanno minacciato le città e perfino i reattori russi sono stati spenti ad altissimo prezzo. Oltre 50 persone sono morte, 200.000 ettari di bosco sono andati in fumo e circa 2.000 famiglie hanno perso le loro case negli incendi forestali alimentati dalla maggiore ondata di calore degli ultimi decenni che ha investito le foreste russe. Si tratta di uno dei segnali più sconvolgenti del cambiamento climatico in corso, ma gli effetti, si dice, potevano essere contenuti. I lavori dei pompieri per fermare a valle i devastanti incendi ripresi dalle Tv di tutto il mondo, sono stati finanziati e resi possibili dalla legge approvata quattro anni fa per volere di Vladimir Putin, su richiesta delle lobby del legno. Sono state spostate risorse finanziarie verso i corpi “militarizzati” di emergenza, lasciando scoperti i presidi di intervento preventivo, adatti a bloccare i focolai di incendio prima che si mutino in catastrofe. In sostanza, è stata soprattutto smantellata la rete di guardie locali che tenevano sott’occhio il taglio del legno da parte delle grandi compagnie e ostacolavano così rapidi guadagni con la piantumazione di speci arboree più redditizie economicamente, ma in contrasto con l’ambiente locale e la biodiversità. Nel 2006, per ordine di Putin, il parlamento russo (Duma) aveva approvato in fretta e furia il nuovo codice forestale, che smantellava il sistema centralizzato di protezione delle foreste, da cui provenivano gli ordini e le norme rigorose che venivano applicate da tutti gli uffici locali. "Non c'è mai stato un tale disordine come ora nelle foreste russe", ha detto Gennady Gudkov, un deputato ambientalista. La legge ha demandato la protezione delle foreste alle autorità regionali, mentre la burocrazia e le lobby del legno hanno premuto affinché la legge fosse piena di scappatoie che permettessero di ottenere rapidi profitti dallo sfruttamento forestale  senza controlli. "Questa legge è un bene per le grandi imprese legate alle autorità locali corrotte, perché consente loro di abbattere gli alberi, fare cassa e quindi abbandonare la foresta senza troppe discussioni”, afferma Greenpeace Russia. Il nuovo codice ha in effetti abolito 70.000 guardie forestali, che avevano il compito di vigilare sulle foreste ed erano i primi ad avvertire i vigili del fuoco della presenza di incendi. Secondo gli ambientalisti, dietro i nuovo codice forestale, c'è la più grande azienda russa di trasformazione del legno, il gruppo Ilim. Alle proteste che sono seguite al disastro, Putin ha replicato che la revisione delle legge sarà presa in considerazione quando sarà finita l'emergenza incendi. "Il nuovo sistema ha appena iniziato a lavorare - ha spiegato - forse vi sono alcuni difetti, ma troveremo i responsabili delle combustioni”  Sarà…ma intanto i ladri sono fuggiti col malloppo e le guardie sono state private delle manette per arrestarli. Come si capiscono e quanto sono affini Vladimir e Silvio!

Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 1 commento -
con la scusa della mancanza di fondi statali si distrugge tutta la struttura che sostiene una società e questi sono solo alcuni degli effetti visibili. è la politica che fa danni maggiori!!!
Scritto da Eleonora Milano il 27/9/2010 alle 08:53
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