Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 4/10/2010 alle 09:30

Dobbiamo iniziare a ridare un senso alle parole. Le parole danno significato. Altrimenti diamo per vere e scontate affermazioni che non hanno legittimità alcuna. Dato che la Costituzione “è stata scritta in un momento di saggezza per salvarci nei momenti di follia”, dobbiamo riprenderne la lungimiranza e non farci distrarre  dalle volgarità e dalle panzane che ci piovono addosso dalle televisioni. Quando un improvvisato statista ci ammonisce che la sovranità è del popolo e non della magistratura, solo per sostenere che i cittadini lo assolverebbero qualora i giudici tenessero i regolari processi e lo condannassero, dice una sciocchezza enorme e tradisce la nostra buona fede. Il popolo sceglie la sua rappresentanza politica che è legittimata dall’esito del voto, ma non sceglie certo i giudici, che invece applicano da indipendenti una legge uguale per tutti senza riguardo alle maggioranze politiche. Le bufale che lancia dai palchi avvolti di azzurro il nostro Presidente del Consiglio non reggerebbero un istante se ci soffermassimo ad analizzare il senso delle sue parole, ossessivamente pronunciate senza alcun riferimento al bene comune. Brunetta tuonava ogni giorno contro i fannulloni: adesso si è placato perchè tutto funziona al meglio nella Pubblica amministrazione o perchè i problemi non si risolvono diffamando indistintamente chi lavora? Dovremmo sentire il dovere civico di non far passare le cose non vere, di “sputtanare” le bugie. Sentirsi dire che 15 milioni di cittadini del Nord sono pronti a marciare su Roma se non si va alle lezioni e, dopo due settimane e due cene ad Arcore, ascoltare Bossi che dice che è passato il momento di ricorrere alle urne, corrisponde al fatto che i nostri politici non tengono memoria di quel che fanno circolare attraverso l’etere, nella convinzione che gli ascoltatori siano spettatori di una partita a loro estranea e che, da tifosi ottusi, applaudano qualunque giocata gli propina l’idolo della loro squadra. Non se ne può più di ascoltare i “portavoce” che il giorno dopo spiegano che il loro capobastone intendeva dire una cosa diversa da quella effettivamente pronunciata. La parola e la verità sembrerebbero bandite dalla politica che ci vogliono imporre e che non c’entra nulla con la nostra vita quotidiana, le speranze dei nostri figli, la problematicità di un futuro meno ricco del passato di risorse economiche, naturali e perfino etiche. Guardate le immagini cupe di questi giorni dei ministri sugli scranni del governo e confrontatele con le immagini delle elezioni brasiliane, così piene di speranza e di colorita allegria! Comincio a tediarmi di leggere interviste e dichiarazioni che il giorno dopo non lasciano nulla, quando non sono addirittura contraddette. Ecco: ridare senso alle parole e bandire le bugie sarebbe già di per sé un buon programma per l’alternativa, sufficiente per chi vuole far tornare in campo la buona politica.

 

 

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