Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 28/10/2010 alle 07:55

Il ritorno del nucleare sarebbe una ferita alla democrazia (ne uscimmo con un referendum popolare), esporrebbe il paese a gravi pericoli (sono irrisolti i suoi problemi di sicurezza e perdura l'incapacità a smaltirne le scorie e sono noti i suoi legami col militare) e infine, oltre a richiedere alti costi di installazione e gestione incompatibili con la crisi in corso, stornerebbe ingenti risorse dallo sviluppo delle fonti rinnovabili. Per imboccare una via alternativa, rendendo coerente la svolta energetica necessaria a seguito della crisi climatica e dell’esaurimento dei fossili con la struttura economico-produttiva e, soprattutto, con la cultura del Paese, un vasto schieramento di forze ha depositato in Cassazione il testo di una legge di iniziativa popolare. Raccogliere firme su questa proposta sicuramente farà crescere l'informazione, svilupperà nella cittadinanza la credibilità e fattibilità di un modello energetico alternativo distribuito, efficiente e rinnovabile.

Da tempo le rinnovabili e il risparmio energetico hanno superato la prova decisiva: essere in grado di offrire tutta l'energia che serve ad una società complessa ed avanzata come quella in cui viviamo a costi competitivi. Lo scoglio principale non è né tecnico né economico: è essenzialmente politico. Non a caso siamo uno dei paesi che più contrasta le direttive europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici, che invece puntano a realizzare consistenti riduzioni delle emissioni climalteranti proprio attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. La legge di iniziativa popolare si propone di fornire le norme e gli strumenti necessari a realizzare gli obiettivi della direttiva UE.

Due sono i concetti chiave contenuti nella legge: utilità sociale e equa remunerazione. In altre parole installare tecnologie capaci di sfruttare le fonti rinnovabili o di risparmiare energia è da considerarsi attività di pubblica utilità e proprio per questo ha il diritto ad un'equa remunerazione che compensi sia l'energia effettivamente prodotta, sia i vantaggi ambientali che essa contiene (non inquina e non altera il clima). Occorrono almeno 50.000 firme entro la fine di novembre. In tutta Italia si sono costituiti comitati che organizzano la raccolta, indicono convegni e dibattiti, diffondono materiale di informazione. In Lombardia sono già stati già raccolti oltre settemila attestati e anche a Varese si stanno organizzando iniziative e banchetti, a partire dalla presenza in Piazza Montegrappa il 6 e 7 Novembre, in occasione dell’anniversario della vittoria al referendum antinucleare del 1987. I siti www.energiafelice.it e www.oltreilnucleare.it, che vi invito a visitare, raccolgono le indicazioni necessarie per sottoscrivere e forniscono ampia illustrazione dei contenuti.

 

Commenti dei lettori: 3 commenti -
ho consultato i siti che mi ha segnalato e li trovo interessanti. l'unico problema sarà il tempo di leggere tutto il materiale che contiene per decifrare le notizie sulle energie rinnovabili e farmi un'idea costruttiva. le farò sapere
Scritto da Carlo Conti il 28/10/2010 alle 13:27
sono di varese e nelle date previste andrò a firmare molto volentieri per questa proposta di legge che reputo indispensabile per il nostro futuro come nazione, come europa e come mondo. davvero con il nucleare non si va da nessuna parte!
Scritto da Mirko Bellotti il 29/10/2010 alle 11:37
Perchè le energie rinnovabili non devono comunque essere sottoposte ad una valutazione di sostenibilità ambientale come si dice nellaa proposta di legge? vogliamo coprire di fotovoltaico a terra la pianura padana? Ho letto male?
Scritto da Luca - Varese il 30/10/2010 alle 10:05
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