Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 29/10/2010 alle 19:59

Nell’immaginario italiano le donne brasiliane rientrano spesso in quella versione che il Cavaliere ama proporre del genere femminile: disponibile e sottomesso, senza autonomia, oggetto ammiccante di battute e barzellette, premiabile a compenso per le sue prestazioni. Ruby, ad esempio, essendo bella e disponibile non  è sottoposta alle angherie che il truce Maroni riserva agli extracomunitari e nemmeno può essere ricondotta alle reprimende della “Buoncostume”: è terreno di caccia del potere maschile coniugato con la zona franca riservata ai politici e con il denaro da esibire come passaporto per entrare nella dimensione commerciale in cui viene proiettato il rapporto sessuale. A me, della vicenda che rilancia sui giornali un Berlusconi “malato” come dice Veronica, ha colpito ancora una volta la presenza delle “ministre”, le chiacchierate preferite del sultano, mandate di giorno a curare gli interessi degli italiani e di sera le perversioni del premier. Ed ho pensato così, di contrappunto, a due donne brasiliane, straordinarie protagoniste in questi giorni delle elezioni nel loro Paese, figure rappresentative del futuro di un popolo e non banali odalische del “Bunga Bunga”. Dilma Roussef, la candidata di sinistra proposta da Lula e Marina Silva, ecologista seguace amatissima di Chico Mendez, giocheranno in questo weekend al ballottaggio per le presidenziali una parte decisiva a seconda che uniscano i loro sforzi e i loro elettori per ridare al Brasile una guida aperta e sensibile alle classi subalterne e imprimere contemporaneamente una svolta ambientalista, oppure separino i loro destini su fronti opposti, consentendo così il ritorno della destra nel paese più rilevante per il futuro dell’America Latina. Non posso che augurarmi la prima ipotesi e festeggiare domenica sera la continuità della svolta politica inaugurata otto anni fa. Queste sono comunque le donne di cui può andare fiero un Paese, che interpretano positivamente l’emancipazione e la differenza di genere, ma di cui l’Italia non sa interessarsi minimamente. Io ostinatamente penso che delle “ministre” festaiole, che accompagnano il capo nelle sue serate da satiro consumato, ci si possa soltanto tristemente rammaricare e un po’ vergognare…

 

Commenti dei lettori: 3 commenti -
Come non essere d'accordo con te su quanto scrivi. Io mi vergogno di questo Presidente del Consiglio. Soprattutto quando sono all'estero non so cosa rispondere ai colleghi ed amici (di destra e di sinistra) che mi chiedono come abbiamo fatto a eleggere un soggetto del genere. Ricordo una frase del regista Monicelli: siamo un popolo di cialtroni e Berlusconi ci interpreta al meglio (il cialtrone che ha fatto carriera). Triste ed amara conclusione, ma come fare a non essere d'accordo ?
Scritto da Riccardo il 30/10/2010 alle 12:26
Caro Mario, in Brasile l'economia cresce a livelli sconosciuti da troppi anni nel nostro povero paese. In Brasile, prima con Lula e credo anche in futuro con Dilma e Marina Silva contiunuerà la sua crescita economica e sociale dando così risposte concrete ai giovani, alle donne e a tutto il popolo brasiliano. In italia, mentre il paese regredisce nella povertà e nella miseria dovremo accontentarci di leggi ad personam, lodi giudiziari, e giovani verigini che si prostrano ai piedi del drago.
Scritto da robinews il 30/10/2010 alle 14:33
da una parte la politica,dall'altra la morale ,magari quella cristiana,in brasile due donne,tutte e due"legate"politicamente a lula anche se silva si è staccata,ricordate come era definito dalla chiesa lula?il diavolo,un diavolo che ha saputo farsi amare dai brasiliani.Da noi un premier sostenuto dalla gerarchia cattolica,che giustifica anche le sue bestemmie,la sua vita è un insulto alla religione e dovrebbe far pensare i cattolici,sul rapporto tra politica e vaticano.IO per fortuna sono ateo
Scritto da angelomotta il 31/10/2010 alle 11:09
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