Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 14/11/2010 alle 07:55

Ho seguito alcune sere fa una discussione in TV tra personalità della politica e dell’economia in preparazione del vertice di SEUL. Un vertice, come ormai la gran parte degli appuntamenti mondiali, finito senza decisioni all’altezza della crisi che è di dimensione planetaria. Ciascuno pensa all’egemonia perduta (USA), a quella da conquistare (Cina), agli spazi da prendere (Brasile, India, Sud Africa) o a una centralità non più riconosciuta (Europa). Dell’insostenibilità finanziaria e ambientale del modello che governa il pianeta nessuno vuole parlare, tranne i Paesi più poveri che sentono il terribile peso dell’ingiustizia sociale, della fame, della sete, delle malattie, dell’emigrazione. Il capo del nostro Governo, Berlusconi, era rappresentato nel piccolo schermo da due membri della sua maggioranza: uno del PdL, che parlava della legittimità delle notti del capo nelle sue ville e uno della Lega, che invocava il protezionismo come soluzione ai mali italici (o padani).

 

Mi sono allora ricordato di Frederic Bastiat, un economista del XIX secolo, che perorava la causa dei fabbricanti di candele, lumi, lampade, candelabri, e di olio da ardere, alcool, sugna, e in generale di tutto quanto ha a che vedere con l’illuminazione, che fece questa interpellanza al Parlamento francese:

 

“Signori, siamo vittime dell’intollerabile concorrenza di un produttore rivale straniero che si trova in una condizione di tale superiorità rispetto a noi, per quanto riguarda la produzione di luce, che egli ne inonda il nostro mercato nazionale ad un costo incredibilmente ridotto; infatti, appena egli compare, la nostra vendita cessa e tutti i consumatori si rivolgono a lui, con la conseguenza che un settore intero dell’industria francese, le cui ramificazioni sono innumerevoli, viene istantaneamente colpito dalla stagnazione più totale. Questo rivale, che è il sole, ci fa una guerra totale. Preghiamo voi, gentili onorevoli, di avere la compiacenza di emanare una legge che imponga la chiusura di tutte le finestre, dei lucernai, occhi di bue, in una parola di tutte le aperture e fessure dalle quali la luce solare ha l’abitudine di entrare nelle case, con grave pregiudizio delle belle industrie di cui vantiamo di avere dotato il paese, che di certo non vorrà abbandonarci in una lotta così impari. Del resto, se voi chiudete ogni accesso possibile alla luce naturale e create in tal modo il bisogno della luce artificiale, quale è l’industria francese che non ne sarà avvantaggiata?".

 

Il testo è riportato da Jean Pierre Berlan (direttore all’INRA, Institut National de la Recherche Agronomique – Francia) nel libro “La guerra al vivente” (Bollati Boringhieri) e si commenta da solo.

 

Commenti dei lettori: 2 commenti -
Bellissimo! Bisogna riprendere una bestialità di inizio Ottocento per rendersi conto di quanto siamo precipitati culturalmente e politicamente. Grazie, riprenderò questa testimonianza-aneddoto
Scritto da Luca Badoni il 14/11/2010 alle 18:50
Bastiat nella sua interpellanza era ironico e paradossale. Economista liberista e difensore del libero scambio accusava così i protezionisti che assimilava ai socialisti. Non mi sembra sia il caso di usare Bastiat come autore di riferimento né come paradosso né sul serio...
Scritto da mgm il 16/11/2010 alle 08:28
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