Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 13/1/2011 alle 07:00

Riprendo oggi il comunicato di Pax Christi, una delle organizzazioni più attenta alla pace e alle guerre in Africa.

“Il referendum nel sud del Sudan è qualcosa di più di una semplice prova di democrazia in Africa. È una scommessa importante per l’intero continente. Un vero peccato che l’Europa  - e l’Italia in particolare - non stia seguendo lo storico avvenimento di questi giorni con la stessa attenzione degli USA e della Cina. A chiunque guardi i confini degli stati africani (e quelli del Sudan in particolare) non sfugge nemmeno ad occhio nudo che essi sono stati tracciati a tavolino con linee rette quasi mai rispettose del rapporto tra etnie e territorio. Finalmente oggi la popolazione si esprime sulla divisione operata dai colonizzatori. E mentre da più parti si alza il grido preoccupato e interssato di chi teme l’effetto moltiplicatore in Nigeria, in Congo... continuiamo a ritenere che i popoli debbano poter decidere del proprio destino. La Campagna italiana per la pace in Sudan promossa da Pax Christi sin dal 1994 insieme ad altri organismi, ha provato a informare, denunciare, accompagnare. La guerra tra il nord e il sud è durata vent’anni e due milioni di morti. Il referendum non è il punto finale ma una tappa significativa. Guai ad abbandonare i due Sudan al proprio destino. La comunità internazionale, istituzioni e società civile, d’ora in poi deve farsi ancora più attenta. Il Sudan può diventare un focolaio o una risorsa".

L’Italia ha come capisaldi in Sudan l’ENI coi suoi pozzi ed Emergency con i suoi ospedali: evidentemente due approcci all’indipendenza, all’autodeterminazione e alla soluzione dei problemi della guerra e della fame completamente diversi.

 

 

Commenti dei lettori: 6 commenti -
peccato davvero che le testate pił importanti non stiano seguendo a sufficienza questo avvenimento. bisogna sempre andare a visitare siti di nicchia o specifici per sapere cosa accade nel pił grande stato africano... mah. sempre pił deluso dalla stampa italiana e sempre pił convinto che internet sia davvero una bella soluzione per la comunicazione democratica.
Scritto da Fausto Grassi il 13/1/2011 alle 10:18
Caro Mario,il Sudan non so neanche dov'č.Invece so dov'č l'agenzia Equitalia a Varese.Ti consiglio di andarci una mattina ad osservare l'umanitą,gią c'č anche qui,che si tascina in quel luogo.Pensionati,artigiani,immigrati,che rateizzano,se ci riescono,le tasse che devono perchč non ce la fanno a tirare avanti.Anche loro non sanno dov'č il Sudan e non gli interessa saperlo. Vorrebero che si parlasse di loro,della loro condizione ma nessuno lo fa. Neppure tu. Meglio il Sudan. Con affetto.
Scritto da claudio il 13/1/2011 alle 14:22
Caro Mario, É vero che il confine del Sudan non rispetta il territorio dove vivono le singole popolazioni, ma dar ragione ai promotori dell“indipendenza del Sud dal Sudan significa che tra i neri africani del sud e gli arabi del resto del paese non ci puó mai essere una pacifica convivenza?? Dal resto dopo il referendum che ha sancito il distacco dell“Eritrea da AddisAbeba non ha portato a + di 20 anni di sanguinosa guerra??A mio parere, solo i palestinesi hanno il diritto dell“autonomia. Ciao
Scritto da franco gini il 13/1/2011 alle 17:47
Due commenti, quelli di @Fausto e di @claudio, diversissimi l'uno dall'altro, eppure incredibilmente di estrema attualitą e che vanno ad interrogarci nel profondo della nostra coscienza, per un certo verso, il primo, per un altro, il secondo. In mezzo tanta, immensa umanitą, di sofferenza, di fatiche, di sacrifici, di privazioni, rinunce...
Scritto da Rosella e Carlo il 13/1/2011 alle 19:43
Claudio, in Italia a parlare di Sudan o di Tunisia sono restati in veritą gli stessi che parlano di precariato, di pensionati, disoccupati e cassintegrati che non ce la fanno a tirare a fine mese. A chi interessa degli ultimi gli interessa punto e basta. Non guarda il colore della loro pelle,il credo politico o religios:gli interesa un mondo pił giusto. Il nostro piccolo mondo o il mondo di tutti , la terra. Certo Berlusconi non parla nč di sudan, nč di tunisia nč di pensionati al minimo...
Scritto da giovanniderosa il 13/1/2011 alle 21:41
Graffiante, certo, il commento di Claudio, con l'inevitanģbile amarezza sulla constatazione e considerazione oggettive di tanta sofferenza umana, vicino, accanto a noi. E lą, lontani da noi, in Sudan, "la guerra tra il Nord ed il Sud č durata vent'anni e DUE MILIONI DI MORTI", e chissą quanti e gravi feriti! Sofferenza, dolore, lacrime, disperazione...
Scritto da Amici di Robecco sul Naviglio il 13/1/2011 alle 23:24
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