Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 26/1/2011 alle 11:30

Le drammatiche rivolte del pane nei paesi del Nord Africa e altrove ci catapultano nuovamente nell’emergenza economica e sociale globale. Ci ricordano con violenza che le speculazioni imperanti nei centri della finanza e nelle lobbies dei banchieri sono una pericolosa illusione. Nella crisi non si cambiano i medici e le loro ricette aggravano la malattia, facendo salire la febbre sociale del pianeta. Certamente vi sono più chiavi di lettura per le sollevazioni sociali in corso, ultima l’Egitto. Una cosa però è certa: i prezzi dei generi alimentari primari sono di nuovo schizzati alle stelle, falcidiando i miseri bilanci degli strati sociali più poveri e più deboli di molti paesi. E non si può dire che ciò dipende dal gioco della domanda e dell’offerta, in quanto la prima è globalmente diminuita e la seconda è rimasta relativamente stabile. Uno studio dell’OCSE prevede che i prezzi alimentari crescano del 40% alla fine del 2020 per effetto della crescente domanda della Cina e per il contemporaneo aumento della produzione di biocarburanti, a spese dei terreni coltivabili destinati al cibo. E’ la seconda volta in tre anni che la speculazione, soprattutto quella dei futures e degli altri derivati legati alle materie prime e ai prodotti alimentari, sta sconvolgendo il mondo. Nei mesi a cavallo del 2007-8 i prezzi del grano erano aumentati dell’ 80% rispetto a quelli di un anno prima, quelli del mais del 90%, quelli del riso del 320%, e via dicendo. Come noto, vi furono rivolte del pane in 30 nazioni del sud del mondo. I dati della FAO registrarono un aumento di 100 milioni di persone povere e malnutrite che così raggiunsero il miliardo. Dopo un rallentamento della speculazione per poter salvare le banche nel 2009, dal 2010 i giochi finanziari sui prodotti alimentari sono ripartiti, facendo lievitare i prezzi. E mentre nei paesi del Nord Africa le rivolte per il pane, per il lavoro e per la libertà divampano, da noi l’inflazione sta tornando a farsi minacciosa. La crisi, in fondo, continuano a pagarla quelli che non l’hanno provocata. Fino a quando?

Categoria: Economia
Commenti dei lettori: 1 commento -
Ormai è chiaro: si salvano i grandi interessi e si fa pagare il loro conto ai poveracci e ai più miseri. Grecia e Tunisia insegnano. Non credo che questo circuito perverso finirà, almeno finchè la potenza dell'informazione manovrata cancella la verità e confonde le menti. Fra un pò finiranno col farci credere che Ruby è vergine e che Berlusconi la portava ad Arcore come esperta di immigrazione.
Scritto da Reginaldo il 26/1/2011 alle 14:22
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