Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 30/1/2011 alle 12:50

Sempre più territori, specie in ambito alpino, scelgono la via dell'autosufficienza energetica. Rinunciare alle fonti fossili fa bene all'ambiente e alle economie locali, ma è un cammino che va pianificato con attenzione. Il comune di Güssing nel Burgenland austriaco, il comune bioenergetico tedesco di Jühnde e l’isola danese di Samsø sono veri pionieri. Questi precursori non solo hanno indicato la via, ma hanno anche dimostrato che la si può percorrere. Per questa ragione non sorprende affatto che molti territori alpini si stiano incamminando verso l’autosufficienza energetica. L’obiettivo di queste visioni, perseguite ad esempio nell’Achental in Germania, a Goms in Svizzera, ma anche nella città italiana di Bolzano (che intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2030) è sempre lo stesso: il fabbisogno medio annuo deve essere coperto da energie regionali e rinnovabili.

Autonomia energetica significa maggiore attenzione sul risparmio energetico, ma anche agricoltura e selvicoltura sostenibile, edilizia ad alta efficienza energetica insieme a una mobilità e a una pianificazione territoriale rispettosa del clima. In altre parole, chi prende sul serio questo obiettivo mette in moto un complesso cambiamento strutturale a favore dell’economia, della società e dell’ambiente. Questo cambiamento è possibile solo se la popolazione e tutti i gruppi di interesse si muovono nella stessa direzione. Dal punto di vista economico i vantaggi sono evidenti: riduzione della fuga di capitali, maggiore certezza degli approvvigionamenti, protezione del clima, investimento in tecnologie promettenti, conservazione dei posti di lavoro esistenti, creazione di nuovi posti di lavoro. La Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA) propone l’autonomia energetica di tutto l’arco alpino entro il 2050 – con tutto quello che ne deriva. Penso che sarebbe un utile riferimento nella nostra provincia per il programma delle prossime amministrative.

 

Commenti dei lettori: 1 commento -
Hai perfettamente ragione, A Merano è in atto un'espansione di una fabbrica di silicio (materia per costruire i moduli dei pannelli solari) che ha portato un notevole incremento dell'occupazione ed un incentivo economico per la città. Ciò comporta un certo disagio sull'impatto ambientale del luogo, ma è un disagio che paghiamo visto che le emissioni future di CO2 sono 7-8 x inf. a qulla prodotta per costruire il pannello solare e il suo sfruttamento per tutta la durata del suo utilizzo. franco
Scritto da franco il 31/1/2011 alle 03:56
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