Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 22/2/2011 alle 12:56

Queste note mi giungono attraverso un conoscente che rientra da Tripoli, impressionato da quanto sta maturando in una situazione fino ad ieri impensabile.

“È un fiume di giovani che riempie le strade della città della Libia. Un fiume che non ha conosciuto altro che la dittatura che dura da oltre quarant’anni. Un popolo che per troppo tempo ha trattenuto questo respiro nei polmoni e ora urla. Come facciamo a non sentire quel grido come un giudizio severo e solenne verso l’omertà che ha spinto al silenzio e alla complicità chi ha barattato affari sulla loro pelle? In troppi hanno stretto e baciato quelle mani che vendevano il greggio e strozzavano il respiro.

Quei giovani sono il popolo della libertà che oggi si ribella e reclama il proprio diritto a vivere liberi. Se le nostre democrazie avessero solo taciuto le avremmo giudicate ipocrite, cieche, irresponsabili. Invece hanno lucrato anch’esse – consapevoli – dalla sofferenza dei diseredati della libertà. Abusando di quella parola come un merletto che non ha stoffa. E se il popolo della libertà abita sull’altra sponda del Mare di mezzo, allora è sulle nostre democrazie che pesa la condanna per appropriazione indebita. Viva il popolo della libertà. Quello della Libia!”. Mi associo a queste sue osservazioni appassionate e penso a quanto da noi le parole possano essere abusate per le più inconfessabili bugie e mistificazioni (l’amico Gheddafi, la nipote di Mubarak, il respingimento di incivili clandestini, i difensori della democrazia, il popolo della libertà…)

 

Commenti dei lettori: 1 commento -
Stasera a Milano presidio per la libertà in Libia. Andiamoci!
Scritto da Roberto Brambilla il 22/2/2011 alle 16:15
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