Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 2/3/2011 alle 14:30

Con grande rilievo il Corriere della Sera del 28 febbraio ospita un intervento del professor Umberto Veronesi che, da par suo, parte dalle difficoltà attuali di rifornimento di gas e petrolio dalla Libia per dare la stura alla costruzione di nuove centrali atomiche. L’esimio medico pur di perorare la causa dell’atomo questa volta non si contiene e auspica “centinaia di centrali, come si fa in tutto il mondo tranne che da noi”. Provo a passargli due calcoli fatti da gente competente.

 

Gli scenari politici elaborati dall’International Energy Agency (ente filonucleare che si batte per contenere l’aumento della temperatura mondiale al 2030 entro i 2 °C) dimostrano che l’apporto del nucleare risulterebbe irrilevante, se non ci fossero interventi contemporanei di riduzione dei consumi e di forte espansione delle fonti rinnovabili. Perciò suggerisce l’installazione di un massimo  di  124 impianti in venti anni nel mondo, non in Europa, ma concentrati in Cina e India. Ma da noi le “sparate” vanno oltre le necessarie cautele. Secondo Berlusconi - e Veronesi, che ne condivide la politica energetica - occorrerebbe non limitare i consumi e entro il 2030 raddoppiare le centrali nucleari esistenti nel mondo, rimpiazzando anche quelle che andranno a fine vita nei prossimi 20 anni. Fare ciò implicherebbe aprire una nuova centrale da 1000 MW ogni 2 settimane per venti anni.

 

Se poi si volesse ottenere solo col nucleare, sostituendo gas e petrolio, una riduzione della CO2 per stare sotto i 2°C di temperatura, occorrerebbero almeno 3000 centrali nucleari in più (oggi sono 439), ossia 3 nuove centrali da 1000 MW al mese da qui a fine secolo! Per fortuna, questi calcoli rendono dubbiosi anche i fan più ostinati, dal momento che la crisi climatica può essere evitata senza affatto ricorrere all’atomo, come sostiene chi non vuole la militarizzazione della società, la proliferazione delle armi e del terrorismo e la diffusione incontrollabile di patologie tumorali in tutti gli angoli del pianeta. E’ allora davvero avvilente dover leggere le continue esternazioni di Veronesi, che usa  strumentalmente il suo prestigio per depotenziare una informazione corretta e per legittimare quel “ritorno dell’atomo” che solo il SI ai referendum di Giugno potrà fermare.

 

Commenti dei lettori: 2 commenti -
se non sbaglio era m. graglia,presidente degli industriali di varese,ad affermare ieri su rete 55 che il problema non sara' il prezzo dell'energia in un futuro prossimo,ma proprio la possibilita' di avere a disposizione energia elettrica se non copiamo il modello francese.Saro' pessimista ma un bel black aut prima del voto e ti saluto quorum
Scritto da mottaangelo il 2/3/2011 alle 14:57
Se posso esprimere il mio parere da elettrotecnico : credo che le decisioni in materie cosė complesse debbano essere prese da persone competenti e preparate . Il referendum sul nucleare insegna.. il voto della gente spaventata ha prevalso sui voti del buon senso e dei tecnici . E stiamo pagando l'energia elettrica pių degli altri paesi per questo, con tutte le conseguenze del caso.
Scritto da lino il 2/3/2011 alle 18:41
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