Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 19/4/2011 alle 18:30

La polemica di Montezemolo e ora anche di Marcegaglia verso Tremonti e la politica economica del Governo è certamente una novità.Confindustria e buona parte degli imprenditori italiani hanno la gravissima responsabilità di avere fatto un’apertura di credito degna di miglior causa a questo Governo e la luna di miele si è fondata su una strategia di attacco ai diritti dei lavoratori che il Governo ha offerto agli imprenditori su un piatto d’argento.

 

Nonostante queste connivenze, dobbiamo prestare attenzione a ogni movimento che possa indebolire e fare cadere questo Governo da barzelletta, che ha cercato di sdoganare il fascismo, di legittimare il mitragliamento dei barconi di clandestini, minacciato di uscire dall’Europa, fino al tentativo di mettere all’indice i libri di storia sgraditi. La giustizia non è l’unico assetto sotto tiro, ormai questo misto di stupidità e di arroganza sta raggiungendo livelli impensabili.

 

Per questo è auspicabile che anche in campo sindacale qualcuno ripensi rapidamente ai prezzi pagati (in particolare dai lavoratori) per dare retta a Sacconi che prometteva di chiudere la Cgil in un angolo e di buttare la chiave, forse illudendosi su un tornaconto che come si vede non c’è stato. Basta pensare alla Fiat, che ormai sta veleggiando verso gli Stati Uniti nel silenzio imbarazzante di quanti hanno creduto alle poche e ambigue parole di Marchionne, che sembra in realtà interessarsi solo di mettere sotto controllo la Chrysler.

 

Il Ministro Tremonti sta costruendo pezzo dopo pezzo un’IRI personale attraverso la cassa Depositi e prestiti. Bene quindi che Confindustria si muova dagli applausi alla critica al Governo, era ora. Tuttavia è inevitabile chiedere che venga indicato con qualche chiarezza cosa è necessario fare per liberare il paese da questa mortifera zavorra, prima che sia troppo tardi. Cominci allora la Marcegaglia a mandare in soffitta il tentativo di spaccare i sindacati confederali e ripristini un costruttivo terreno di confronto nelle relazioni sindacali. Se Confindustria dicesse con chiarezza che l’epoca degli accordi separati senza la Cgil è finito per sempre, che si possono definire regole per dare ai lavoratori il diritto di decidere in ultima istanza  sui loro contratti, questi sarebbero passi avanti significativi e per Sacconi, Brunetta, Bonanni e Angeletti sarebbe finita una ignobile complicità che ha fatto solo male al Paese.

 

Categoria: Economia, Persone
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