Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 23/5/2011 alle 16:38

Proprio dal Nord parte la fase nuova che accelera i tempi della crisi del berlusconismo e rivela l’inconsistenza di una prospettiva di governo consegnata alla Lega.

 

Proprio da Varese, Malnate, Gallarate e Milano, luoghi a noi vicinissimi, risalta la qualità di un cambiamento solo iniziato, ma che emerge con determinazione dalle vie milanesi festanti alla piazza varesina conquistata da Vendola. Tra qualche giorno i ballottaggi diranno con maggiore chiarezza se la svolta ha già una forza inarrestabile, oppure è solo all’inizio. Berlusconi ha chiesto a Milano un voto per lui e per il Governo. Il voto non è arrivato, né alla persona, né al Governo. Penso che la velocità della crisi di questo Governo sarà determinata non solo dal secondo turno delle amministrative, ma ancor più dai referendum del 12/13 giugno che spesso, a torto, vengono relegati in secondo piano. Provo a sottolineare alcuni punti da non trascurare.

 

Le candidature vittoriose del centro sinistra – da Pisapia a De Magistris, a Fassino, sono plurali. Questa articolazione di buoni risultati consente di guardare al futuro con la possibilità di archiviare definitivamente la “vocazione maggioritaria” del PD che ha causato danni gravissimi al centro sinistra. Nessuno ha il monopolio del risultato come è accaduto in passato e nello stesso tempo ogni settore del centro sinistra è interessato ad una comune vittoria contro la destra perché da solo non potrebbe farcela. Ora i punti da affrontare riguardano il programma, l’arco delle forze da coinvolgere e la scelta della leadership per il Governo attraverso le primarie.

 

La discussione sul coinvolgimento del terzo polo è strana. Il terzo polo si autodefinisce autonomo tra i 2 poli principali. Non si capisce a cosa possa arrivare il corteggiamento insistente per ottenere lo schieramento del terzo polo con il centro sinistra, facendo danno al terzo polo, che punta a raccogliere le forze liberate dalla crisi del centro destra, e male anche al centro sinistra, perché confonde il livello istituzionale - come il necessario dialogo tra diversi soggetti politici sulle riforme istitutuzionali, sulle regole e sui ruoli di garanzia – con il programma politico del centro sinistra per portare l’Italia fuori dalla palude. Continuo a ritenere importante – come dimostra il risultato eccezionale di Milano - il rapporto con la Federazione della sinistra, nonostante il permanere di una sua tendenza all’autoesclusione dalla possibile coalizione alternativa alla destra. Occorre perseguire l’obiettivo di portare in tutta la sinistra la consapevolezza dell’esigenza di governare questa fase, difficile e insieme fondamentale. L’unico modo per risolvere questi problemi è il merito e su questo devono convergere gli schieramenti più ampi possibili, come sta a dimostrare l’attenzione finalmente adeguata ai referendum sui beni comuni e sulla legalità.

 

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