Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 26/5/2011 alle 16:10

Ricorrendo alla fiducia per la quarantatreesima volta, il governo Berlusconi ha ottenuto l’approvazione della Camera dei deputati al cosiddetto decreto Omnibus, contenete la modifica alla legge che dovrebbe evitare al popolo italiano di esercitare il proprio diritto di esprimersi sulla scelta di costruire sul proprio territorio reattori nucleari. Una scelta di disprezzo verso la democrazia diretta che lo strumento del referendum rappresenta, da parte di una forza che fa dell’espressione della libertà la propria bandiera. Ma anche una scelta cieca alla realtà energetica di un mondo in cui (a livello di fonti primarie), il nucleare rappresenta un esiguo 2%, viene utilizzato solo da 29 paesi sui circa 190 rappresentati all’ONU, produce meno del 13% dell’energia elettrica globale e si appresta a diventare residuale dopo la scelta tedesca e giapponese di cambiare scenario.

A Fukushima la Tepco ha ammesso ciò che i pessimisti avevano ipotizzato nei primi giorni dopo l’incidente ai reattori: in tutti e tre i reattori si è verificata la fusione del nocciolo. Pochi giorni fa installando nuovi rilevatori per misurare il livello dell’acqua nel vessel del reattore numero 1 si era scoperto che i calcoli fatti sino a quel momento erano sbagliati, nel reattore c’era molta meno acqua del previsto e ciò dimostrava che il combustibile non era piu’ nella sua posizione originale ma era fuso e sprofondato sul fondo del contenitore danneggiandolo e causando una fuoriuscita costante di acqua altamente contaminata, acqua che ha riempito le fondamento dell’edificio e raggiunto un livello di quattro metri. Il Giappone si trova oggi a doversi farsi carico di risolvere un incubo nucleare che costerà miliardi e che durerà decenni.

Tornando ai fatti di casa nostra, nel mese di marzo, l’amministratore delegato di Sogin, la società incaricata di smantellare il nostro vecchio nucleare, ha ricordato che con l’attuale livello di spesa ci metteremo novant’anni a concludere l’opera. Questo significa che abbiamo già dato in eredità ai nostri figli e ai loro figli l’onere di dover pagare in bolletta questo lavoro e che i nostri discendenti pagheranno per migliaia di anni il costo per gestire il deposito che dovremo comunque costruire per ospitare le scorie di Caorso che nel 2025 la Francia ci ridarà indietro. E’ giusto fare una scelta che pagheranno le generazioni future? Ma nonostante il disprezzo di questo governo, il nostro Paese non costruirà nuovi reattori aumentando la brutta eredità che abbiamo gia’ imposto alle generazioni future, perché col disprezzo non si costruisce consenso e senza consenso non si costruiscono reattori, a meno di esser così folli da usare la forza.

Commenti dei lettori: 1 commento -
la commissione industria del senato ha previsto che la decommissi oning delle vecchie centrali ci costera 4mld di € (calcolati nel 2004), la commissione europea ha stabilito che i costi della decommissi oning del CCR di ispra contrariamente a quanto deciso inizialmente dovranno essere a parziale carico dell'Italia, i comuni denunciano lo stato per i mancati rimborsi, la sogin (un vergognoso carrozzone) continua a sperperare soldi tutto si muove in un silenzio quasi totale mario tieni duro
Scritto da motta angelo il 26/5/2011 alle 19:57
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