In una giornata luminosissima sono arrivato presto a piazza Alimonda, dove dieci anni fa è stato ucciso Carlo Giuliani. Gli striscioni disegnati da ragazze e ragazzi e appesi agli angoli, bandiere sparse e portate con discrezione, sedie trascinate dai bar al centro dell’incrocio tra quattro strade circondate da palme. E poi la madre e il padre di Carlo a salutare e apprestare il palco da cui avrebbero preso la parola e distribuito musica e canzoni personaggi celebri, giovani sconosciuti, rappresentanti del mondo solidale giunti da tutta Italia. Dalle 15 la piazza diventa tesa e si snocciola il ricordo del “ragazzo” e la rievocazione di Genova 2001.

Assieme alla volontà di giustizia per quei fatti tragici,  i partecipanti di ieri e di oggi si concentrano sulle promesse che portarono in piazza una nuova generazione allora e che vengono rilanciate oggi dai referendum e da un movimento che sta ripartendo in risposta alla crisi economica attuale. Una speranza che era stata attaccata al cuore, oggi riprende vigore. Molto applauditi e sentiti gli interventi di alcuni studenti giovanissimi delle scuole di Genova, dei rappresentanti degli immigrati: soggetti che chiedono di non rimanere invisibili.

E continuano i convegni, le mostre, gli spettacoli, le assemblee in questi 10 giorni Genova in cui è la memoria a farla da padrone. Giorni densi di tantissime iniziative dove tutti i movimenti e le associazioni si ritrovano per riflettere sulla risposta da dare a questo momento storico. Voci che riprendono forza per ribadire  parole e progetti che dieci anni fa erano sugli scudi di una minoranza preveggente e che ora invece sono entrati nell’orizzonte della maggioranza dei cittadini colpiti dalla crisi.