Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 27/7/2011 alle 13:00

La decisione europea per salvare la Grecia dal tracollo è finalmente arrivata. Tardi, molto tardi, speriamo non troppo tardi. Nel frattempo la situazione greca si è aggravata, per il suo debito pubblico sono stati pagati interessi disastrosi, facendo pesare ancora di più le conseguenze sulle persone di questo paese e finendo con il costare di più anche per gli europei. E' curioso come una delle aree economiche più importanti del mondo (almeno per ora) come l’Europa penda dalle labbra delle agenzie di rating. Non a caso nel loro board siedono i rappresentanti dei più importanti fondi speculativi.

Dalle misure decise per salvare la Grecia risulta evidente che la montagna europea ha partorito, tardi e con fatica, il topolino. Non so quanti hanno riflettuto che l’altra faccia della medaglia dei costi da usura dei crediti concessi alla Grecia dai mercati finanziari sono i tassi assolutamente convenienti per la Germania. Basteranno queste misure? Per il debito della Grecia forse sì, ma le misure, paradossalmente, sono anche carburante per la speculazione. Perché rendono esplicito che per l’Europa il modo per farvi fronte è rendere disponibili enormi somme da bruciare nella fornace della speculazione. Quando la speculazione avverte che questa è la natura della risposta in genere rilancia, magari non sulla Grecia ma su altri paesi. Ma come si fa a parlare di piano Marshall per la Grecia? I prestiti del piano Marshall erano destinati a finanziare la ripresa produttiva e l’occupazione nell’Europa in rovina dopo la seconda guerra mondiale. Purtroppo appare chiaro che l’Europa di oggi non ha i grandi sogni dei padri fondatori ma nemmeno conservatori illuminati, più o meno come Marshall, appunto.

 

Commenti dei lettori: 2 commenti -
caro mario, non credo di doverti segnalare l'interessante dibattito su il manifesto.it "Perchè sta fallendo l'Unione Europea?" che ieri ha ospitato un autorevole articolo della Rossanda, il mio intervento è per confessare come, dopo anni di impegno politico ambientale sindacale, mi ritrovo a sentir parlare di fallimenti degli stati defaut degli stati uniti ecc, francamente mi ritrovo ad essere completamente ignorante sui significati conseguenze di tali cose penso peraltro di non essere solo
Scritto da angelo m il 27/7/2011 alle 14:00
Se i mercati finanziari hanno la chiave del finanziamento degli stati, cosa può fare il cittadino o il sindacato? C'è una questione democratica che sta diventando decisiva, ma la democrazia che conosciamo non ci dà nessun potere. Intanto possiamo trastullarci con i ministeri a Monza
Scritto da Enrico il 27/7/2011 alle 16:22
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