inserito il 12/9/2011 alle 08:55
Le situazioni più critiche sono quelle delle valli prealpine, diventate ormai a tutti gli effetti delle propaggini metropolitane, con densità di utilizzo di suolo non dissimili da quelle di una periferia urbana. E' il caso della montagna varesina, dove i territori che presentano caratteristiche idonee all'insediamento sono già stati “consumati” per il 65%. Siamo di fronte alla prospettiva molto concreta di una vera e propria estinzione dell'agricoltura alpina, che potrebbe concludersi in pochi decenni, se chi ha responsabilità di governo del territorio non prenderà provvedimenti rigorosi contro il dilagare del cemento. Occorrono nuove regole, a partire dalla pianificazione provinciale e da quella dei comuni, che devono avere come pilastro la tutela dei suoli agricoli e naturali ed occorre la promozione regionale delle attività dei bioagricoltori, dei vivaisti, degli allevatori e dei manutentori dei boschi, oggi spesso lasciati alla loro passione e buona volontà. Categoria: Idee e proposte, Lombardia
La cosa mi preoccupa molto... a parte l'invevitabile dissesto idrogeologico che ne sta gia' conseguendo (con relativi costi a carico del solito contribuente), c'e' un'altra domanda. Da dove vengono i soldi per costruire dovunque palazzi che nella maggior parte dei casi restano vuoti? Io sento una maledetta puzza di bruciato... Mi sbaglio?
Scritto da Fabio il 12/9/2011 alle 13:18 |
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