Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 12/9/2011 alle 08:55

La verde montagna lombarda rischia di diventare solo un ricordo da cartolina? Sì, se il verde è quello di pascoli e campi coltivati. Secondo i dati di Legambiente, il consumo di suolo nelle zone montane della Lombardia ha infatti già cancellato il 42,4% del territorio più pregiato, quello dei fondovalle e dei pendii coltivati. Partendo da 954.000 ettari, pari al 40% della regione  e sottraendo le superfici interessate da versanti troppo ripidi, aree d'alta quota, zone a rischio idrogeologico o protette, nonché aree fluviali e lacustri, solo il 9,3% del territorio montano ha caratteristiche che si prestano ad utilizzi insediativi. E' un territorio di importanza strategica – in tutto sono rimasti 64.000 ettari il più fertile e più adatto ad una agricoltura produttiva in grado di mantenere gli insediamenti umani.

Le situazioni più critiche sono quelle delle valli prealpine, diventate ormai a tutti gli effetti delle propaggini metropolitane, con densità di utilizzo di suolo non dissimili da quelle di una periferia urbana. E' il caso della montagna varesina, dove i territori che presentano caratteristiche idonee all'insediamento sono già stati “consumati” per il 65%. Siamo di fronte alla prospettiva molto concreta di una vera e propria estinzione dell'agricoltura alpina, che potrebbe concludersi in pochi decenni, se chi ha responsabilità di governo del territorio non prenderà provvedimenti rigorosi contro il dilagare del cemento. Occorrono nuove regole, a partire dalla pianificazione provinciale e da quella dei comuni, che devono avere come pilastro la tutela dei suoli agricoli e naturali ed occorre la promozione regionale delle attività dei bioagricoltori, dei vivaisti, degli allevatori e dei manutentori dei boschi, oggi spesso lasciati alla loro passione e buona volontà.


Commenti dei lettori: 1 commento -
La cosa mi preoccupa molto... a parte l'invevitabile dissesto idrogeologico che ne sta gia' conseguendo (con relativi costi a carico del solito contribuente), c'e' un'altra domanda. Da dove vengono i soldi per costruire dovunque palazzi che nella maggior parte dei casi restano vuoti? Io sento una maledetta puzza di bruciato... Mi sbaglio?
Scritto da Fabio il 12/9/2011 alle 13:18
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