Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 19/10/2011 alle 09:01

La piega presa da dibattito mediatico e politico, tutta sul fenomeno della violenza e niente sulle ragioni della manifestazione del 15 ottobre, non solo non mi piace ma mi preoccupa. L’Italia è stata privata dai manipoli di “black bloc” (?) della possibilità di dare il suo contributo alla grande mobilitazione mondiale che chiedeva risposte alternative alla crisi economica in corso. Eppure, in piazza sono scese centinaia di migliaia di persone, al di là di ogni aspettativa, che debbono essere messe in condizione di far sentire la propria voce.

L’enorme potenziale democratico di cui l’Italia dispone, che a Roma è stato sequestrato, deve potersi liberamente esprimere per portare l’Italia fuori dalla crisi evitando derive reazionarie e di destra. E’ una responsabilità che ricade sulla spalle di tutti: partiti, sindacati, movimenti. Invece si dà gran fiato alle  reazioni liberticide che - da Di Pietro a Maroni, a Alemanno – puntano ad impedire di rilanciare un movimento che resta di grande ampiezza e essenziale per costruire un'alternativa alla crisi attuale in cui si dibatte il Parlamento, che si vorrebbe riabilitare giusto per  restringere lo spazio pubblico e tenere lontano i cittadini dalle piazze. Era evidente come la falange di giovanissimi – armati di mazze, martelli, molotov e bombe carta – fossero animati dal dileggio e dal disprezzo per quello che considerano i “riti” della mobilitazione democratica dei cittadini.

L’”antipolitica”, che finora aveva puntato i suoi strali sulle istituzioni e su una rappresentanza delegittimata dallo Stato in cui, a partire dal centrodestra, versano le forze politiche del nostro Paese, si estende a cominciare da quello che è accaduto il 15 ottobre a Roma a tutte le forme di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Questo deve spaventarci e, quindi, non c’è dubbio che isolare i violenti è una delle condizioni perché la democrazia continui a vivere. Ma, in ogni caso, Il 15 ottobre mezzo milione di italiani giunti spontaneamente nella capitale hanno ribadito che l’ingiustizia che subiscono si regge sull’inganno finanziario che i Governi non vogliono abbandonare. Da qui la necessità di costruire un reale cambiamento sociale, culturale, politico e non un semplice ricambio di ceto politico. La politica è guardare agli accadimenti, valutarne le cause, le conseguenze e intervenire, non impedire agli elettori, ai lavoratori, ai movimenti e alle associazioni di protestare.

 

 

Commenti dei lettori: 3 commenti -
Anche questa volta commento centrato e un pò fuori dal coro, ma davvero opportuno.
Scritto da Arnaldo il 19/10/2011 alle 09:38
Quei giovani erano animati, come dice lei, dal dileggio verso la mobilitazione democratica. In questo senso convergono con i Di Pietro, i Maroni e gli Alemanno che la mobilitazione la vogliono impedire.
Scritto da Serena il 19/10/2011 alle 11:55
Sì Mario, però io ho fame, sono precario, guadagno 500 euro lordi al mese, lavoro giorno e notte e ho due lauree. Di che cazzo stiamo parlando? Fanno bene a sfasciare, prima di morire di fame guardando quelli come te che parlano ancora di partecipazione. Abbiamo partecipato per anni. A cosa è servito? A nulla. Quelli che "partecipano" sono gli impiegati a tempo indeterminato che votano Sel e credono di compiere azioni nobili. Basta.
Scritto da nedo pippo il 19/10/2011 alle 15:39
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