inserito il 1/2/2009 alle 09:02
Prima di commentare la riunione storica dei cinque presidenti sudamericani al Forum – la mia impressione è stata così inconsueta che ho scelto di rimandare a domani un commento più sedimentato rispetto all’emozione – provo a trasmettere la straordinaria ricchezza di articolazioni e di esperienze di cui l’evento si sta facendo carico. I movimenti e le organizzazioni del mondo del lavoro e della società civile presenti a questa nona edizione del Forum Sociale Mondiale danno prova di grande capacità di auto-organizzazione, anche se ciò va a vantaggio di un approfondimento tematico e a discapito di occasioni di sintesi. Così i nove obiettivi articolati del forum sono stati affrontati in duemila punti di discussione, con la presenza, inimmaginabile fino ad oggi in una città amazzonica, di 169mila iscritti, ciabattanti e un pò spossati lungo i percorsi ombreggiati delle due grandi università del Parà (UFPA e UFRA). Tantissimi cappellini e magliette rosse della CUT, il sindacato brasiliano che ha investito moltissimo nella rete del lavoro ben funzionante e sostenuta anche dalla nostra CGIL. Affollatissime assemblee indigene con visi impassibili e piumaggi colorati, preda di tutte le immagini digitali che rivedremo a casa per tornare a meravigliarci. Incontri interreligiosi dove ho ritrovato i miei vicini di casa di Venegono, missionari comboniani ripartiti per il Maranhao e Imperatriz a organizzare preghiere e lotte alla multinazionale mineraria di Rio Doce. Categoria: Idee e proposte
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