Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 2/3/2009 alle 11:51

Il disegno di legge delega anti-sciopero, propagandato con soave ferocia dal ministro Sacconi e varato dal Consiglio dei Ministri, è un atto di gravità inaudita. Si tratta del primo tentativo c osì spudorato di discriminare la libera scelta del lavoratore di aderire ad uno sciopero e di renderlo comunque parzialmente inutile. La procedura per poter scioperare è questa: se il sindacato che ha promosso l’agitazione non ha almeno il 50% degli iscritti, il lavoratore che vuole scioperare prende atto che lo sciopero si farà solo se lo voteranno almeno il 30% dei dipendenti. A questo punto, se si superano tutti gli sbarramenti (sembrano posti proprio per tagliar fuori la Cgil) il lavoratore trasmette una dichiarazione preventiva  di adesione allo sciopero stesso! Un percorso ad ostacoli per far saltare il diritto di sciopero che è del lavoratore, nemmeno del suo sindacato. Una strada che si sa dove comincia ma non si sa dove finisce. Anzi, lo sappiamo benissimo. Il governo comincia con i trasporti, poi passerà a tutti i servizi di pubblica utilità, poi al pubblico impiego e alla fine la valanga investirà il settore privato. Da un governo di destra c’era da aspettarselo. Crisi e disoccupazione oscurano l’orizzonte, il timore di perdere il posto di lavoro e un reddito per quanto minimo viene prima di tutto, lascia poco spazio alle battaglie per i diritti, per quanto sacrosanti. Il momento è buono per affondare il colpo. Il segretario della Cgil Epifani ha preso una posizione netta. Cisl e Uil purtroppo sono più che disponibili. Per questi due sindacati e per il governo i referendum su accordi e contratti sono discrezionali, ma quelli sugli scioperi diventeranno obbligatori. Con l’aggravante che per ottemperare alle macchinose procedure i tempi per fare uno sciopero diventeranno biblici. Cose che succedono in un paese dove l’opposizione non c’è e dove la sinistra, dividendosi, non è in grado di dare rappresentanza a chi vuole resistere all’attacco più grave mai subito dai diritti sociali e civili della Costituzione.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 1 commento -
Qualsiasi contratto di lavoro è il compromesso risultante dal confronto di forze, fra imprese e lavoratori, e l'unica "forza" dei secondi è lo sciopero. Se una parte esterna (governo) si intromette e limita l'efficacia dello sciopero, altera l'equilibrio di forze, quindi facilita i primi e danneggia i secondi. Con questa legge non tutti i cittadini sono uguali: taluni sono privilegiati, altri discriminati.
Scritto da Silvano Madasi il 2/3/2009 alle 15:40
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