Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 3/3/2009 alle 11:23

Ospito Luca Trada del comitato milanese No Expo che ha partecipato alla manifestazione di sabato a difesa degli spazi sociali.

Partecipato, colorato, comunicativo, determinato. Questi aggettivi descrivono quello che è stato il corteo di sabato a Milano in difesa degli spazi sociali e contro le politiche securitarie e la gestione della città fatta dal duo Moratti-De Corato. Partecipato dalle tante anime del movimento antagonista milanese e non solo, centri sociali sgomberanti, sotto sgombero e quei pochi rimasti attivi a Milano e provincia, comitato No Expo, operai della INNSE, gli abitanti delle Case di Plastica. Tante voci per denunciare le tante facce di questa Milano in trasformazione pro-Expo: chiusura di spazi sociali, associazioni, circoli Arci, privatizzazioni, ronde, speculazioni, cuori neri, precarietà, inquinamento. Lungo il percorso, azioni simboliche in Viale Bligny, a Porta Romana, in Piazza Vetra e poi cantierizzazioni; strategie comunicative combinate per rappresentare i simboli della città vetrina ad uso e consumo dei poteri forti, degli eventi effimeri, dell’intolleranza razzista, degli immobiliaristi. Le migliaia di persone hanno sfilato per ore nel centro di Milano, liberandola per un giorno al traffico e dopo 6 ore il corteo si è concluso con il blocco della circonvallazione in solidarietà con i militanti antifascisti fermati a Bergamo. Dopo il corteo arrabbiato e teso del 24 gennaio, attorno a Cox 18 e agli altri centri milanesi minacciati da De Corato, sembra essere rinato il movimento milanese. Ora non dobbiamo lasciarlo morire, facendo modo che le realtà che erano in piazza sabato continuino a parlarsi e a contaminarsi per costruire conflitto assieme e un percorso lungo di contrasto alla metropoli-mostro che ci stanno confezionando.

Categoria: Idee e proposte
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