"Insieme costruiamo il futuro."
Alessandro Alfieri   alessandro.alfieri@consiglio.regione.lombardia.it
inserito il 6/4/2012 alle 14:40

La nuova divisione del call center sanitario a Milano è un costoso capriccio leghista: la Regione spenderà 3,5 milioni di euro solo per avviarlo, mentre le sedi siciliane di Paternò e Biancavilla non vengono assolutamente ridimensionate e costano oltre 22 milioni all’anno. In un momento di tagli pesanti, in cui si arriva a chiedere agli ospedali di risparmiare sui farmaci salvavita e ai cittadini di pagare prestazioni che fino a poche settimane fa erano gratuite, è proprio il caso di buttare i soldi per duplicare il call center?

Se l’operazione leghista serviva a mettere una bandierina su Milano occorre dire che l’operazione non è riuscita bene: grazie al rinnovo del contratto con la società Transcom Worldwide, siglata il 15 marzo, le sedi siciliane lavoreranno ancora a pieno ritmo per due anni con i loro 560 dipendenti. Il call center milanese inizierà a lavorare tra un anno con 54 postazioni. Tra due anni, nel 2014, i due rami d’azienda dovranno essere venduti in blocco. Se così non sarà, la controllata della Regione “Lombardia Informatica” rischierà di dover assorbire i dipendenti, siciliani e lombardi.

Ma nella delibera precedente, la 3095 del 7 marzo, si stabilisce “di dare mandato a Eupolis di individuare un soggetto terzo a cui affidare l’incarico della durata di 60 giorni per la verifica del progetto esecutivo e per la supervisione delle tempistiche delle attività progettuali in particolare per la realizzazione del nuovo Call Center Lombardo” ma che per evitare ritardi contestualmente alla verifica “è fondamentale dare avvio al processo di ristrutturazione dell’immobile individuato come sede del Call Center lombardo”.

La Regione evidentemente non è convinta del buon senso dell’operazione visto che dopo aver commissionato lo studio preliminare al Politecnico di Milano per la realizzazione del call center milanese, ha ora deciso, a procedure già avviate, di chiedere a Eupolis, il proprio centro studi, un’ulteriore valutazione. Si spendono altri soldi per un’operazione ideologica nata male e che rischia di avere conseguenze anche peggiori per le tasche dei cittadini lombardi.

 

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