"Insieme costruiamo il futuro."
Alessandro Alfieri   alessandro.alfieri@consiglio.regione.lombardia.it
inserito il 3/9/2012 alle 16:02

La legge elettorale con la quale andremo a votare alle prossime elezioni non sarà neutrale nel definire i nuovi assetti politici e, di conseguenza, influenzerà il futuro del centrosinistra e soprattutto del Partito Democratico.

Mercoledì si riunirà al Senato il Comitato ristretto sulla riforma della legge elettorale. Le ipotesi di lavoro convergono su un modello simile a quello per le elezioni provinciali, il “provincellum” (chissà perchè i sistemi elettorali devono avere nomi così brutti). L’impianto proporzionale della nuova legge verrebbe corretto da un premio di maggioranza attribuito solo al primo partito.

Un sistema elettorale simile da un lato non costringe a coalizioni eccessivamente eterogenee (vedi Unione) dall’altro spinge però i partiti a radicalizzare le proprie identità. Sono parecchi i dirigenti del Pd che pensano che, una volta incassato il premio, si possa poi negoziare un accordo con il centro.

In questo scenario il Partito Democratico rischia di spostare la famosa “barra” a sinistra, stringendosi sempre più a Vendola (qualcuno parla già di lista unitaria). Un percorso legittimo – peraltro lo stesso progetto è perseguito in maniera speculare a destra, con l’accordo tra Berlusconi  e Storace -  che tuttavia non mi sento di condividere. Non solo aprirebbe praterie alle formazioni politiche che ambiscono a rappresentare l’area centrale dello schieramento (formazioni che, prima nel “Mattarellum” e poi nel “Porcellum”, hanno trovato un ostacolo a perseguire progetti politici autonomi); ma soprattutto andrebbe a tradire le motivazioni con cui molti di noi hanno dato vita al Partito Democratico.

Sarebbe il ritorno alle tesi dalemiane del 1997 (15 anni fa!), esplicitate nel famoso discorso di Gargonza. L'idea cioè di una alleanza strategica fra sinistra riformatrice e centro moderato, in netto contrasto e in discontinuità con gli ideali fondanti del PD, che è nato come soggetto politico capace di fare sintesi fra le diverse culture del centrosinistra con l’ambizione di rappresentare una vasta parte della società italiana non delegando in partenza ad altri la rappresentanza politica dell’area dei moderati. Una vocazione che ritengo irrinunciabile.

Uscito di scena Romano Prodi, simbolo dell'ulivismo e del superamento del centro-sinistra con il trattino, la tentazione di portare il Pd su vecchi lidi sembra forte. Una parte importante dei giovani dirigenti vicini a Bersani (Orfini, Fassina etc.) sembra orientata a tornare a Gargonza, a cercare le risposte del futuro dietro le nostre spalle. Personalmente mi batterò perché non si perda lo spirito originario che ha spinto tanti di noi a fondare il Partito Democratico.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 23 commenti -
Sottoscrivo, firmo e controfirmo.
Scritto da paolo rossi il 3/9/2012 alle 16:00
Alessandro, questi rischi li vedo anch'io. Ma non so che cosa potrete fare per evitare questa deriva
Scritto da Marco Fossi il 3/9/2012 alle 16:03
i giovani turchi alla fassina ci stanno provando.come dice alfieri è legittimo ma quello non è il pd che abbiamo sognato. è il momento di decidere se essere carne o pesce.finalmente.
Scritto da Marcellone il 3/9/2012 alle 16:07
Ho visto con piacere che il senatore Rossi firma e controfirma. E' da tempo che lo penso, non credete sia arrivato il momento di mettere da parte antiche divisioni (politiche) per impegnarsi insieme in questa sacrosanta battaglia per il futuro del PD, del nostro PD. Io sono un iscritto stanco ma che coltiva ancora la speranza.
Scritto da Piero R. il 3/9/2012 alle 16:12
Alfieri siamo ancora in tempo?io spero di si e sono pronto a rifare la tessere e a tornare in sezione con i compagni. purtroppo ho qualche capello bianco in più e qualche dubbio in più, mi fa però piacere che a Varese qualcuno che vuol fare questa battaglia ci sia.
Scritto da ex iscritto il 3/9/2012 alle 16:26
Sono molto d'accordo con te. Penso anche che si debba riempire di contenuti l'idea originaria del PD, perchè altrimenti le idee dei vecchi turchi sono le uniche in circolazione
Scritto da Lia il 3/9/2012 alle 17:04
Legittimo anche quello che dici tu, ma non condivido. Basta con la retorica dell'agenda Monti e avanti con un PD che dica cose di sinistra
Scritto da Marco Lamera il 3/9/2012 alle 17:09
@Lia, concordo. La sfida è sui contenuti e sulla capacitá di innovare, andando oltre la dialettica - un po' caricaturale - tra fautori e avversari dell'agenda Monti
Scritto da Alessandro Alfieri il 3/9/2012 alle 17:25
Caro @Marco Lamera, nessuno dice che il PD non debba sostenere "cose di sinistra", ma semplicemente si sta constatando che questo partito ha perso la sua identità originaria, quella iniziale di moderno partito riformista e popolare. Se questa è una semplice riedizione riveduta e corretta dei DS con una spolverata di ex- margheritini ecc., siamo fuori strada. O meglio, stiamo tornando indietro di 10 anni. Tutto qui. Sul significato del termine 'sinistra' potremmo poi aprire un bel dibattito.
Scritto da paolo rossi il 3/9/2012 alle 17:40
Condivido quanto sostiene il senatore Rossi. il PD non può essere la "semplice riedizione riveduta e corretta dei DS con una spolverata di ex- margheritini" ma, come dici tu, Alessandro, c'è una sfida "sui contenuti e sulle capacità di innovare" per essere - cito nuovamente il senatore Rossi - "un partito riformista e popolare".
Scritto da Silvano De Prospo il 3/9/2012 alle 18:04
@paolo rossi si ricordi che lei è l'ultimo arrivato,il partito l'ha accolta bene - anche fisicamente perchè mi risulta che le sedi siano ancora le nostre vecchie sezioni - ma non esageri, faccia la sua parte senza lamentarsi,Bersani è il segretario e non si discute se non a congresso.Se vuole invece andare con Berlusconi faccia pure.
Scritto da Giorgio Caldarosa il 3/9/2012 alle 18:33
@Giorgio Caldarosa esageri, anche io sono un iscritto DS e spesso non sono stato tenero nei confronti del senatore. E' vero spesso abbiamo fatto l'errore di considerare i margheritini come accessori e spesso hanno svolto loro questo ruolo però ora fanno parte della famiglia e con loro bisogna confrontarsi a viso aperto senza temere di perdere la nostra tradizione,anche perchè numericamente non c'è partita (almeno a Varese).
Scritto da carlo s. il 3/9/2012 alle 19:26
Caro Alessandro, l’eventuale spostamento a sinistra del Pd potrebbe essere solo un effetto collaterale di un nuovo meccanismo elettorale che, nelle intenzioni dei proponenti, fra cui anche il Pd, dovrebbe rappresentare la cura del sistema politico italiano ma che, in verità, è destinato ad aggravare lo stato patologico in cui versa. Rispetto alle intenzioni originarie per le quali è nato il Pd, se di tradimento si può parlare, questo consiste nel sostenere una riforma elettorale che anziché riformare il porcellum lo peggiora. 1. Abbandono del bipolarismo. 2. Rinuncia a rappresentare nuove sintesi culturali. 3. Ritorno alla logica delle alleanze ex post. Queste le problematiche scaturenti. In conclusione: gli elettori non sapranno chi è il candidato premier, quale sarà la coalizione che governerà e, nel caso non siano previste le preferenze, non potranno nemmeno scegliere gli eletti. E tu, caro Alessandro, vieni a dire che il problema è Vendola?
Scritto da Leonardo C. il 3/9/2012 alle 19:38
Concordo su tutto, anche sulla maggior parte dei commenti.
Scritto da angelo ruggeri il 3/9/2012 alle 20:03
Il  discorso di D'Alema del '97 era profetico di un fenomeno che puntualmente si sta realizzando oggi, e in forma molto vivace: la restituzione della politica ai cittadini e non più monopolio delle chiuse e costose strutture partitiche. Era un discorso di difesa di posizione, non di sinistra, era un discorso di timore. E' lo stesso discorso che, purtroppo, ho sentito dalla bocca di Rosy Bindi non più di tre o quattro mesi fa.  Alle elezioni del 2013 mi piacerebbe vedere il PD, quello nuovo, quello dell'inizio, quello che ha il coraggio di proporsi: "noi corriamo da soli perchè i democratici sono tanti". Ma forse a me viene più facile perchè non sono ex DS e non sono exMargherita. Sono una ex moglie, ma questo non mi ha impedito di costruire una mia famiglia. Nuova.
Scritto da Nicoletta il 3/9/2012 alle 20:53
@leonardo c. , forse hai frainteso. Il problema non è Vendola. Sono le scelte che fará il PD . E temo che le preoccupazioni che sollevi sulla legge elettorale in fieri - le stesse che ho io peraltro - non facciano che accelerare no snatura mento del progetto originario del PD.
Scritto da Alessandro Alfieri il 3/9/2012 alle 20:54
Caro Alessandro questo post mi piace: condivo l’allarme che tu lanci, ma non mi convince il ragionamento da cui l’allarme nasce, voglio quindi entrare nel merito per capire meglio. E cercherò di farlo come riesco, magari disordinatamente ( come mi capita spesso) ma spero efficacemente e utilmente: - Non mi convince, anzi mi spaventa pensare che siano ineluttabili le conseguenze che tu paventi a seguito dell’eventualità che si approvi una “ legge elettorale del tipo “provincellum” ( che comunque neppure a me piace!) con premio di maggioranza al primo partito . In particolare non condivido l’affermazione secondo cui la nuova legge “non sarà neutrale nel definire i nuovi assetti politici e, di conseguenza, influenzerà il futuro del centrosinistra e soprattutto del Partito Democratico”. Il Partito Democratico è nato solo 4 anni fa e se dovesse far dipendere i propri progetti politici dalla legge elettorale e non dal suo “manifesto dei valori” o dai suoi “programmi di governo” , a mio avviso non avrebbe le carte in regola per governare, almeno per governare in nome di quei democratici che l’hanno fondato. Quei democratici pensavano di poter governare da soli, l’errore che hanno fatto è stato quello di affidare l’esito del voto alla legge elettorale. Oggi facciamo lo stesso errore , ma per governare in coalizione...che è peggio. Perché non proviamo a chiedere “più voti” per il PD, per “governare da soli” o con chi ci sta, ma alle nostre condizioni ? - Non mi convince la tua paura di una deriva a sinistra come frutto esclusivo o principale dello scenario derivante da un sistema elettorale del tipo “provincellum”; io penso che se c’è deriva a sinistra, se quindi questo PD non è, laicamente, quel crogiuolo di culture, sensibilità e storie che si sono ritrovate sempre unite nei momenti veramente cruciali per il paese ( dalla resistenza antifascista in poi ) è solo perché TUTTI, nella grande ammucchiata che ( a livello nazionale come a livello provinciale ) va da D’Alema a Bindi, da Letta a Franceschini, da Serrachiani a Marino ( in modo più strisciante)... o quasi tutti abbiamo perso di vista la “vocazione maggioritaria “ richiamata dal “manifesto dei valori” o ne abbiamo equivocato, sminuito, perduto il significato vero. - A livello nazionale, per essere leali col partito e rispettosi dell’esito delle primarie, non era necessario rinunciare alla propria identità culturale e alla peculiare visione politico-organizzativa del partito ( peraltro coerente con i documenti fondativi), così come a livello provinciale non era necessario andare al congresso unitariamente. Ma è il senno del poi. - Non mi preoccupa che ci siano anche spinte esterne a rafforzare l’identità del partito, mi preoccupa invece che questi stimoli non nascano o non si sviluppino adeguatamente al suo interno ed ancora di più mi inquieta che si profilino vere involuzioni, mentre di identità forte, vera abbiamo un disperato bisogno. - Naturalmente considero una vera catastrofe l’accantonamento o lo svilimento di quell’orizzonte politico che avevamo chiamato “ vocazione maggioritaria”: qualcuno deve aver pensato che fosse qualcosa di legato al sistema elettorale “maggioritario”. Qualunque partito voglia governare oggi in Italia ha bisogno di avere ( o far finta di avere) una vocazione maggioritaria ( in Italia finge bene la destra a presentarsi come “forza nazionale”, lasciamola fare ). Nel resto d’Europa, almeno nei grandi paesi, le forze politiche prevalenti, a destra come a sinistra, la vocazione maggioritaria la interpretano naturalmente, da sempre. Io credo ancora fortemente , come recita il “Manifesto dei Valori” al capitolo 1 che : “La vocazione maggioritaria del Partito Democratico, il suo proporsi come partito del Paese, come grande forza nazionale, si manifesta nel pensare se stesso, la propria identità e la propria politica,non già in termini di rappresentanza parziale di segmenti più o meno grandi della società, ma come proiezione della sua profonda aderenza alle articolazioni e alle autonomie civili, sociali e istituzionali proprie del pluralismo della storia italiana e della complessità della società contemporanea, in una visione più ampia dell’interesse generale e in una sintesi di governo, che sia in grado di dare adeguate risposte ai grandi problemi del presente e del futuro. Nasce da qui l’esigenza di costruire un bipolarismo nuovo, fondato su chiare alleanze per il governo e non più su coalizioni ( e alleanze, aggiungo io ) eterogenee , il cui solo obiettivo sia battere l’avversario. Ciò che noi vogliamo è coniugare l’intransigenza sui princìpi e sui valori, la passione per i grandi obiettivi politici e programmatici che motivano la scelta per il centrosinistra, con il rispetto per gli avversari, il ripudio della violenza reale e simbolica, il senso del limite della politica, la sua laicità”. In questa ottica sarebbe stato utilissimo che Bersani evitasse di fare qualsiasi scelta di alleanze e soprattutto evitasse di lasciare a Sel il compito di aggregare a sinistra e – soprattutto- all’UdC il compito di aggregare al centro...e noi, il PD chi aggreghiamo ? Non rischiamo di portare solo acqua ai mulini altrui , senza alcuna utilità per la governabilità del paese e la soluzione dei problemi che attanagliano soprattutto le fasce più deboli ? Senza una battaglia per la riscoperta della “vocazione maggioritaria”, che è ormai un nostro valore e un patrimonio culturale, il Partito Democratico avrà bisogno sì di un secondo aggettivo qualificativo e il centrosinistra ( senza trattino) smetterà di esistere. Mi piace quindi che Alfieri ( un personaggio dinamico, giovane e... talvolta politicamente spregiudicato) lanci l’allarme e mi fa piacere che il sen. Paolo Rossi lo sottoscriva, purché però ...non sia solo tattica preelettorale !
Scritto da giovanniderosa il 3/9/2012 alle 22:18
@giovanniderosa, caro Giovanni, ho letto il tuo post durante un dibattito. Mi scuserai dunque per la brevità con cui ti rispondo. Sono convinto che le leggi elettorali influenzano i processi politici. In questo senso, sostengo che l'ipotesi di cui si parla accelera l'archiviazione della vocazione maggioritaria del PD . Per il resto avremo occasione di confrontarci, spregiudicatezza compresa ...
Scritto da Alessandro Alfieri il 3/9/2012 alle 23:22
Credo che sia utile ritornare alla visione di vocazione maggioritaria che è stata l'ossatura del PD iniziale: partito liquido - non fatto da sezioni troppo robuste, a 360 gradi, interclassista, con uno spirito civico (innovazione naturale dell'Ulivo) che riesca a far avvicinare alla politica anche chi non ha mai frequentato. Questo dovrebbe essere il progetto.
Scritto da Simone Franceschetto il 4/9/2012 alle 08:42
Caro @Giorgio Caldarosa. Guarda che il sottoscritto non ha aderito ai DS e quindi, in qualche modo, doveva essere accolto bene, o meno bene, da chicchessia. Sono uno di quelli che il PD l'ha voluto e, insieme ad altri, fondato. Credo di avere gli stessi diritti e doveri di tutti i suoi iscritti. Mi perdonerai ma non condivido l' 'atteggiamento mentale' che sta dietro il tuo commento. Se poi non ho nemmeno diritto ad esprimere delle semplici idee, contestabilissime, sia chiaro,...andem propi ben.
Scritto da paolo rossi il 4/9/2012 alle 09:28
Condivido,mi pare che più che partito progressista e riformatore ,il PD sia un partito in gran confusione,non si è ancora capito che la politica deve essere lungimirante e concreta rispetto alle realtà in continua evoluzione,la globalizzazione in primis,cosa nuova rispetto ai tempi di Lama o di Berlinguer.Se non si capisce questo e non si traccia un progetto per il futuro(prima di ogni alleanza) non andremo da nessuna parte
Scritto da Luigi il 4/9/2012 alle 10:00
@Giorgio Caldarola, il tuo intervento mi imbarazza. Sono un ex PCI-PDS-DS, ho una formazione profondamente cattolica e profondamente di sinistra, e se oggi fosse una maggioranza di nostalgici “margheritini” a tradire, o semplicemente svuotare del contenuto originario, lo spirito e i valori su cui abbiamo fondato il PD e poi farmi sentire un estraneo nella casa che ho contribuito a costruire, ti assicuro che mi ribellerei di brutto ( come in realtà mi aspettavo che facesse il senatore...ma stamattina si vede che nel caffè ha versato un po’ più di zucchero: complimenti per la calma , Paolo). Mi inquieta, dover costatare ad ogni piè sospinto la forza cui ci aggrappiamo al partito, i sacrifici che facciamo per radicarlo nel territorio, per conquistare sempre più elettori, in ogni strato sociale, gli impegni che scriviamo col sangue a voler governare il paese con lo spirito di una forza nazionale, capace di interpretare i bisogni del paese nel suo complesso ( questa l’abbiamo chiamata “ vocazione maggioritaria “ ) e poi tra noi nutriamo diffidenze, costruiamo muri, insinuiamo sospetti, minacciamo fuoriuscite o ...indichiamo la porta. Cos’è , la sfida di Renzi ci ha dato alla testa ? Il confronto ci piace solo al riparo tranquillizzante del centralismo democratico? La multiculturalità ci piace solo evocarla, declamarla, lasciando ad altri, ai sognatori il dovere di praticarla? Caro Caldarola, il “manifesto dei valori “ non è stato ancora emendato a al capitolo primo c’è scritto: “La vocazione maggioritaria del Partito Democratico, il suo proporsi come partito del Paese, come grande forza nazionale, si manifesta nel pensare se stesso, la propria identità e la propria politica,non già in termini di rappresentanza parziale di segmenti più o meno grandi della società, ma come proiezione della sua profonda aderenza alle articolazioni e alle autonomie civili, sociali e istituzionali proprie del pluralismo della storia italiana e della complessità della società contemporanea, in una visione più ampia dell’interesse generale e in una sintesi di governo, che sia in grado di dare adeguate risposte ai grandi problemi del presente e del futuro”. Per fare questo nel paese è indispensabile che questo spirito viva soprattutto tra noi. Alessandro, grazie per aver letto e commentato il mio lungo intervento. In quanto al “politicamente spregiudicato”, che non ti è sfuggito, chiarisco subito non voglio insinuare niente di illecito, ma solo evidenziare il tuo attivismo, a volte anche trasversale tra correnti e spifferi, all’interno del partito.
Scritto da giovanniderosa il 4/9/2012 alle 13:47
La barca Alfieri/Adamoli sta veleggiando verso l' isola Renzi? Certe quasi impercettibili virate, ma abbastanza evidenti, danno questa impressione.
Scritto da un bersaniano doc il 5/9/2012 alle 13:20
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