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inserito il 29/9/2008 alle 12:32

Oggi a Marsiglia Unione europea e India si incontreranno per definire il futuro del proprio rapporto strategico-politico. L’Europa riafferma il suo supporto per il rafforzamento delle relazioni strategiche tra le due più vaste entità democratiche del mondo, che sono chiamate a raggiungere risultati concreti sotto l’aspetto economico, politico, della sicurezza, della non proliferazione nucleare e sotto altri aspetti di mutuo interesse come la promozione della diversità culturale. Grazie ad una Risoluzione del Parlamento europeo, il tema della difesa dei cristiani e della qualità della democrazia indiana entra con forza nei lavori del summit.

C’è ancora grande preoccupazione per la situazione delle minoranze cristiane, in particolar modo nello stato dell’Orissa, e per l’impatto che le leggi anti-conversione diffuse in diversi Stati dell’India possono avere sulla libertà religiosa, anche considerando il fatto che non c’è stato effettivo intervento della polizia durante gli attacchi che hanno portato all’uccisione di almeno 37 cristiani e che i leader di Vishwa Hindu Parishad hanno dichiarato che la violenza non cesserà fino a quando l’Orissa non sarà totalmente liberata dai cristiani. La Risoluzione chiede che le “autorità indiane mettano fine ad ogni violenza contro le comunità cristiane e permettano loro di professare la loro fede liberamente”. 

Il summit Ue-India deve diventare l’occasione per esprimere la nostra condanna per i recenti attacchi contro i cristiani in Orissa e nel Distretto di Kandhamal in particolare, e per pretendere di garantire immediata assistenza e supporto alle vittime, includendo in ciò le compensazioni alla Chiesa per i danni inflitti alle sue proprietà e agli individui, le cui proprietà private hanno subito simili danni, e che venga permesso a tutte le persone costrette a fuggire dai propri villaggi durante gli attacchi di tornare liberi a casa propria.  È molto urgente che tutti i responsabili delle violenze, compresi i membri della polizia vengano velocemente condannati. Tutto questo non deve essere una proposta delle tante, ma una vera e propria pretesa nei confronti del Governo indiano. Deve essere l’argomento prioritario, sul quale discutere senza se e senza ma. Non possiamo più tollerare fatti come quelli accaduti poco più di una settimana fa, quando Iswar Digal e Purinder Pradhan sono stati uccisi e tagliati a pezzi. O come la vicenda di Padre Samuel Francis, 50 anni, che è stato ritrovato morto lunedì mattina, con mani e piedi legati nella cappella dell’ashram in cui viveva, nel villaggio di Chota Rampur.

 

SEGUE

Commenti dei lettori: 1 commento -
Premesso il doveroso cordoglio, per le povere vittime, valuto il fatto con distacco: mi piace pensare che le religioni siano fatte di pastori, e come i veri pastori si contendono le pecore. Se la religione A spinge, per carpire le pecore della religione B, e questa reagisce, alle istituzioni non dovrebbe importar nulla, se il fatto avviene fuori dai confini territoriali: se la sbrighino tra loro, che i mezzi li hanno. Qualsiasi intervento istituzionale confermerebbe la preferenza per una di esse
Scritto da Silvano Madasi il 29/9/2008 alle 19:59
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