Non cambiate un governo, cambiate l'Italia.
Daniele Marantelli
inserito il 5/4/2008 alle 12:06

 

VARESE - Altro che il pullman. La macchina della campagna elettorale di Daniele Marantelli farebbe mangiare polvere anche al torpedone veltroniamo.

«Ogni giorno comizi, incontri, dibattiti in due, tre o più località della provincia, ora sono con Lusetti a Cassano Magnago, poi …..»

 

Nessuna paura di scoppiare? E poi, ne varrà davvero la pena ai conti dei voti? «Per chi ha passione politica come me, la campagna elettorale è un’occasione unica di ascoltare la gente, di arricchirsi umanamente, di capire anche le ragioni di chi ci critica. Sì, che ne vale la pena: rispetto a due anni fa, non c’è paragone. E’ stata capita la forza di andare da soli, di poter mantenere gli impegni che prendiamo. Nel 2006 passavo il tempo a rimediare alle uscite estemporanee di Diliberto o Pecoraro Scanio: dovessi solo giudicare dall’entusiasmo che trovo in giro, dalla disponibilità a coinvolgersi, dovremmo stravincerle queste elezioni».

Tanto più, nota Marantelli, che nel campo avversario la musica si fa spesso stonata: «Capisco le tensioni nel Pdl e nella Lega. Forza Italia, primo partito, non eleggerà a Varese nemmeno un deputato. Hanno dovuto subire lo smacco della ennesima candidatura di un leghista a presidente della Provincia e se Formigoni lascerà il Pirellone dovranno cedere pure quello a Bossi».

E’ qui la radice di una crisi che si estende al governo cittadino, nota ancora il deputato democratico: «Se un elettore giudica da Varese come finirebbe il governo Berlusconi-Bossi, appare una follia votare per loro: un vicesindaco e un assessore che si dimettono, tensioni sul sindaco, l’altra sera Maroni, al dibattito con me, che esclama: “Berlusconi non è il nostro padrone!” Ecco cosa ci riserva l’alleanza di centrodestra».

 

Ma come la metteranno nel Pd l’industriale, Colaninno e l’operaio? «Ma questa è l’Italia di oggi: dov’è lo scandalo di candidare insieme imprenditori e lavoratori se non nella testa di chi pensa ancora come negli anni ‘50? L’obiettivo dello sviluppo è comune, con l’attenzione ai problemi dei salari, delle pensioni e, aggiungo io, di una campagna di investimenti popolari nelle infrastrutture, che potrebbe avere proprio a Varese il suo centro propulsore. Quello che chiamo la proposta di capitalismo popolare, per raccogliere investimenti redditizi sulle autostrade o le strutture legate alla futura Expo».

 

A proposito dell’Expo milanese, Marantelli si diverte a lanciare un siluro a Berlusconi: «Dice che è merito suo? Strano allora  che nel 2004 quando era premier lui Trieste sia stata sconfitta  da Saragozza proprio per l’Expo!» E ce ne sono anche sulla vicenda Alitalia, a proposito della quale ieri Berlusconi ha rilanciato la proposta della cordata italiana.

«A seguire le evoluzioni di Berlusconi su Alitalia in questi ultimi quindici giorni mi è venuto il mal di testa: è più disinvolto di una ballerina di Striscia la notizia! Ma ora gli dico: tiri fuori questa cordata, se c’è, o veda di stare zitto, perché è ora di finirla di fare speculazioni elettorali su questa vicenda». Altro attacco, la manifestazione del Pdl sulla tangenziale varesina: «Che caduta di stile, rispetto a me e Aspesi sulla stessa opera. Noi abbiamo riconosciuto la collaborazione di Regione e Provincia con il governo che ha dato i finanziamenti decisivi: loro si sono tranquillamente appropriati di tutto il merito. Ma credo che i cittadini non siano ingenui e ricordino bene come i soldi per la Pedemontana, per l’Arcisate-Stabio, e si è realizzato il federalismo infrastrutturale, previsto dal programma del Pd, con l’attribuzione alla Regione, per la prima volta, di un ruolo gestionale nelle autostrade. E così gli investimenti per il settore aeronautico, li ha messi il centrosinistra, mentre quando governava Berlusconi abbiamo visto solo cartelli stradali in dialetto e l’Aermacchi non ha venduto un solo aereo grazie al sedicente premier-commesso viaggiatore». 

 

Oggi, Carnago, Fagnano Olona, Busto, cena elettorale a Varano Borghi, poi Luino e Gazzada. Domani, Oggiona, Cavaria, Gemonio, Porto Ceresio. E dire che potrebbe anche risparmiarsi tanta fatica: quinto in lista, il suo bis alla Camera è assicurato: «Ma io sono fatto così e ho fatto sempre così, anche quando sapevo già che non sarei mai stato eletto».

 

da La Prealpina - 5 aprile 2008

Commenti dei lettori: 2 commenti -
Era ora che venisse sottolineato il potere di sintesi delle esigenze di tutti gli italiani che la politica deve tornare ad avere, eravamo stufi delle contrapposizioni inutili all'interno dello stesso schieramento in Parlamento che non producevano nulla. Il PD sta dimostrando una voglia di ascoltare e recepire le esigenze del territorio, al contrario di chi fonda la campagna elettorale solo sulla voglia di farsi ascoltare e per questo è pronto a dire tutto e il contrario di tutto.Si può vincere.
Scritto da Maddalena V. il 7/4/2008 alle 09:52
Cara Maddalena, Lei rappresenta bene il sentimento prevalente che ho colto nelle tante persone incontrate in decine di dibattiti, confronti e comizi. Serenità, coesione, priorità per il bene comune, passione, fiducia nel futuro. Avanti così.
Scritto da Daniele Marantelli il 8/4/2008 alle 17:30
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