Non cambiate un governo, cambiate l'Italia.
Daniele Marantelli
inserito il 21/4/2008 alle 19:26

Dopo la vittoria elettorale del centrodestra, nonostante il bel risultato del Partito Democratico, raggiunto molto grazie all’impegno straordinario di Walter Veltroni, ci si interroga giustamente sulle ragioni del successo del PDL e della Lega, su come consolidare ed estendere il Pd nel territorio e nella società e con quale profilo caratterizzare l’opposizione di centrosinistra nell’interesse del Paese.

Sono tutte discussioni necessarie che vanno condotte in profondità, rifuggendo da slogan e scorciatoie. In questi giorni l’attenzione si è concentrata molto sul voto alla Lega.

Accanto ad analisi rigorose si registra purtroppo il ricorrente festival delle banalità.

E’ chiaro che c’è un consenso che deriva dal radicamento popolare che i dirigenti leghisti puntano ad enfatizzare esaltandone la componente di proposta. Ma c’è anche il raccolto seminato su due terreni fertili. Tasse e sicurezza.

Del resto se alla destra sfiliamo questi due argomenti cosa può dire sul futuro?

Noi non abbiamo saputo farlo.

C’è poi una non trascurabile componente antipolitica. Si. Pur facendo parte a pieno titolo del ceto politico di professione i leghisti non vengono percepiti come tali da ampi strati della popolazione.

Molti osservatori sono così fragili sul piano culturale che rimuovano persino un dato politico di prima grandezza: che la Lega 15 anni fa espresse il Sindaco di Milano. Superficialità, malafede, sciatteria? Non so.

So che per il Partito Democratico si aprono ampi spazi di iniziativa politica.

Ne cito uno. In Europa in generale i partiti autonomisti preferiscono allearsi con i progressisti. In Italia Bossi ha scelto o ha dovuto scegliere un’altra strada.

E allora concentriamo la nostra opposizione su pochi temi: lavoro e crescita, sicurezza, federalismo fiscale, infrastrutture.

La nostra opposizione sarà tanto più incisiva quanto più sarà selettiva.

Si rilancerà l’hub di Malpensa? Si procederà speditamente a realizzare la Pedemontana e gli altri collegamenti necessari in vista dell’Expo 2015 a Milano?

Su questi temi dovremo incalzare Berlusconi e Bossi. Lo faremo facendo crescere la cultura del controllo ad ogni livello istituzionale.

Questo impegno sarà reso più efficace se il PD (partito nazionale ispirato a valori di libertà, giustizia sociale, solidarietà ed uguaglianza) si darà un’organizzazione federale.

Non servono discorsi fumosi, ma decisioni tanto coraggiose quanto semplici.

Il Partito federale è quello che ha nelle sue disponibilità regionali e provinciali le risorse finanziarie e l’autonomia per decidere programmi, alleanze e candidature e che, grazie a ciò, può incidere nelle scelte strategiche nazionali.

Tutto qui.

Un partito che accentua la sua dimensione popolare e promuove la partecipazione. Che sa unire cattolici e laici, anziani e giovani, settentrionali e meridionali. Non è di grande utilità quella certa sinistra che si alza a mezzogiorno perché stando a cazzeggiare sino alle quattro nei pub non può accorgersi di ciò che accade dalle 6 e mezzo del mattino in avanti nelle fabbriche, nei cantieri edili, nei capannoni degli artigiani e nelle strade sistematicamente collassate dal traffico.

Ho molto fiducia nel Pd di Varese. Il coordinatore provinciale Stefano Tosi sta promuovendo e valorizzando una nuova generazione che dovrà radicare il partito nei piccoli Comuni. Qui si vince la sfida. Varese, Busto, Gallarate e Saronno fanno circa il 25% della popolazione. Il restante 75% è distribuito negli altri 137 Comuni. Insieme all’amico Sen. Paolo Rossi cercherò di sostenere questa sfida difficile ma decisiva.

Però siccome molti in questi giorni mi hanno stressato su questa idea dell’Ulivo del Nord, non potendo né avendo l’intenzione di rispondere a tutti, ho deciso di mettere sul sito e sul blog alcuni interventi che possano essere di qualche utilità.

“Una nuova frontiera” dove nel giugno 2003 lanciavo per la prima volta su “La Prealpina” l’idea di Ulivo del Nord. La relazione sul “partito Federale” che ho svolto il 29/01/2007 a Verona ad un convegno dei DS. Un articolo scritto per l’Unità il 21 maggio 1997 e un’intervista a “La Provincia di Varese” del 17 giugno 2006 dove ho cercato di riempire di un qualche contenuto la mia idea, ormai datata, di Ulivo del Nord.

Grazie a tutti coloro che hanno sostenuto la campagna elettorale del PD, a coloro che ci incoraggiano e ci consigliano di fare di più e meglio e anche a quelli che, in buona fede, non condividono le nostre idee.

On. Daniele Marantelli

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 6 commenti -
Bravo Daniele. Buonsenso, concretezza, voglia di capire e fiducia servono oggi più che mai. Bisogna mettere radici.
Scritto da annamaria t. il 22/4/2008 alle 14:57
ciao daniele, sono uno dei ragazzi che hai incontrato ieri sera a cairate. ti scrivo per ringraziarti e per dirti che la strada giusta è questa ed è quella indicata da te ieri sera. tra l'altro non sapevamo ancora dell'adieu di air-france, ora sento che il cdm ha varato 300mln di euro, cosa ne pensi?
Scritto da emanuele martini il 22/4/2008 alle 20:22
Caro Daniele bentornato. Bentornato in Parlamento e su questo blog. Sono d'accordo su tutto quello che dici e soprattutto sul fatto che occorre "mettere le radici". Ma leggendo il tuo testo e soprattutto il libro di Alfieri a me - che non sono un politico - viene spontanea una domanda: dobbiamo lavorare per "vincere" cercando di comprendere quello che la nostra gente vuole a costo di inseguire le idee degli altri oppure vogliamo far "vincere le nostre idee"? Spero ci sia l'occasione di farne.
Scritto da peppino caielli il 23/4/2008 alle 23:15
Cara Annamaria, non ho la capacità di sintesi di una delle più importanti professioniste della comunicazione del nostro Paese. I tuoi complimenti mi fanno un enorme piacere e compensano ampiamente le piccinerie e le miserie che spesso circondano chi fa politica con passione e libertà di giudizio.
Scritto da Daniele Marantelli il 24/4/2008 alle 16:02
Caro Emanuele, sono io che ringrazio voi. E' così bello trattenersi sino a dopo mezzanotte per discutere con tanta passione. Sulla vicenda Alitalia permettimi, per carità di patria, di stare per qualche giorno in silenzioso raccoglimento.
Scritto da Daniele Marantelli il 24/4/2008 alle 16:16
Caro Peppino, è la seconda che hai detto. Far vincere le nostre idee. Sforzandoci però sempre di ascoltare con umiltà la nostra gente. Questo è il compito di un partito popolare. Un abbraccio
Scritto da Daniele Marantelli il 24/4/2008 alle 16:25
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