Gentile Stefano,

ti scrivo per denunciare una situazione che, seguendo la tua ultima campagna elettorale e i tuoi post su Facebook, ben conosci e hai a cuore, e che, per un paese da molti considerato “avanzato” come l’Italia ritengo inaccettabile; mi riferisco allo stato delle Ferrovie e, in particolare, alla situazione dei pendolari che ogni giorno raggiungono Milano per motivi di lavoro o di studio.
Come puoi ben capire anch’io sono un pendolare che quotidianamente prende il treno da Sesto Calende per dirigermi a Milano per lavoro (ahimè la provincia di Varese, che tanto amo, in questa particolare congiuntura economica non offre molte possibilità lavorative per giovani laureati). La vita da pendolare è già di per se molto dura perché comporta grandissimi sacrifici, lunghi spostamenti e, nei casi più sfortunati, continui cambi di mezzi.
Con l’arrivo dell’estate e, in particolare con l’arrivo del gran caldo, questa vita, già di per se difficile, diventa fisicamente provante a causa dello stato dei treni. Da diversi giorni, infatti, la situazione è divenuta assolutamente invivibile. La stragrande maggioranza dei treni, oltre ad essere vecchi e sporchi, non hanno l’impianto di condizionamento funzionante e, come se non bastasse, hanno i finestrini bloccati o di dimensioni talmente ridotte da non consentire un minimo riciclo di aria che permetta alle persone di respirare.
Scrivo questa lettera/sfogo dopo aver assistito ad un viaggio tremendo in un treno stracolmo di pendolari, privo di finestrini e senza l’aria condizionata funzionante. Inutile aggiungere che la temperatura all’interno era simile a quella di un forno e l’ora di viaggio tra Milano e Sesto è stata letteralmente un inferno che mi ha provato più dell’intera giornata lavorativa; una signora di una certa età ha pure avuto un mezzo malore.
Mi chiedo: è possibile che a Milano, la capitale economica del nostro paese si debba assistere a scene come quella a cui ho appena assistito? Le infrastrutture non sono nodo strategico e fondamentale per la nostra economia? L’Italia è veramente un paese avanzato se lascia i lavoratori e studenti in queste condizioni?
Ti scrivo questo sfogo con la certezza che capirai quello di cui sto parlando poiché anche tu, in prima persona, vivi queste esperienze.

Ti saluto cordialmente.
Giovanni Mobiglia