Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 28/12/2010 alle 12:52

Non se ne parla molto, ma dal nuovo anno i requisiti per la rendita di anzianità faranno un ulteriore scatto in avanti. Nello specifico, i lavoratori dipendenti andranno in pensione anticipata rispetto all' età di vecchiaia soltanto se la somma dell' età anagrafica e dell' anzianità lavorativa ammonta a 96 (e non a 95 come è ora). Si tratta della cosiddetta «quota 96», un “giochino” possibile se si hanno almeno 60 anni d' età. Se la passano peggio gli autonomi artigiani, commercianti, coltivatori diretti che devono arrivare a «quota 97», con un minimo di 61 anni di età.
Una volta arrivati a 96 (o a 97), il pagamento dell’assegno Inps scatta a partire dal 13° mese successivo per i dipendenti e dal 19° mese per gli autonomi.
In Europa l’età media della pensione è leggermente più alta di quella italiana, ma per noi ormai si è legata l’aspettativa di vita all’età pensionistica portando di fatto ad un suo progressivo innalzamento.
Se da una parte innalzare l’età pensionistica consente un risparmio allo Stato, dall’altra dovrebbe essere compito dello Stato dare una informazione capillare ai cittadini rispetto ai contributi Inps. Eppure ciò non avviene.
Solo 7 milioni di persone accedono regolarmente al proprio estratto conto previdenziale, un “salvadanaio” a cui non si riserva neppure un centesimo dell’attenzione che si ha per il proprio conto in banca.
Bisognerebbe lavorare per creare una cultura previdenziale: per i giovani di oggi, che andranno in pensione con il nuovo sistema contributivo, è fondamentale avere consapevolezza di ciò che devono mettere da parte. Questo anche per valutare la possibilità di stipulare una previdenza complementare, sono troppo pochi infatti i lavoratori che l’hanno avviata e la loro pensione sarà molto bassa.
Il dovere di informare deve essere rispettato, come è dovuta una maggiore attenzione alle generazioni future che avranno una copertura previdenziale più bassa.
 

Commenti dei lettori: 4 commenti -
Tanto per capirci, a me, in un colpo solo, mi "allungano" la vita lavorativa di due anni! Tanti auguri Stefano
Scritto da Enzo Longhi il 28/12/2010 alle 16:01
Ottimo intervento. La stessa preoccupazione che si condivide tra amici. Ed abbiamo 30 anni. Ci si deve pensare adesso, volenti o nolenti. Ognuno troverà il sistema che ritiene più favorevole, ma un gruzzoletto va accantonato. Difficile farlo in una situazione economica dove le spese aumentano e l'economia gira poco. La comunicazione sul teme non c'è: il risparmio toglie risorse ai consumi e questo da fastidio. Finirà all'italiana: con un velato appello alla nostra arte di arrangiarci.Non va bene
Scritto da FrancescoG. il 29/12/2010 alle 12:03
Nei tanto vituperati luoghi di lavoro, dove il sindacato si dava correttamente da fare, dopo l'orario di lavoro o nell'intervallo i LAVORATORI TUTTI, iscritti e non accedevano per conoscere (allora) la loro situazione con l'INPS. Ora molti sono singolarmente informatizzati e come correttamente descrivi, se ne guardano bene di conoscere la loro posizione, pio si arrabbiano e se la prendono con il SIndacato(nella sua più ampia espressione) anche se non sono Mai stati iscritti.
Scritto da Penna42 il 29/12/2010 alle 14:42
continua.... Questo lo dico perché proprio ieri, con miei cugini, molto lontani dal Sindacato e fans dell'attuale "capello asfaltato" si imbestialivano con il sottoscritto perché andranno in pensione con mesi di ritardo. Hanno tutti i mezzi e possibilità di "connettere" ma in questo ambito.....meglio controllare il conto in banca. Hai scritto parole corrette. Dobbiamo metterci "in campo" come PD per divulgare la parola e la conoscenza per richiamare la memoria agli smemorati ....
Scritto da penna42 il 29/12/2010 alle 14:50
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