Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 19/2/2011 alle 14:52

Centocinquant'anni dall’unità del nostro Paese. Dopo le assurde polemiche delle scorse settimane, è stato deciso che il 17 marzo sarà festa nazionale per celebrare la ricorrenza dei 150 anni dall'Unità d'Italia. Ci sarà anche la Chiesa, forse con il Papa, una presenza è particolarmente significativa per la nostra storia.
Sarà dunque una festa, una festa popolare, l’occasione di ricordare i 150 anni che abbiamo alle spalle, con la grande crescita, con le tragiche guerre, con la democrazia, con le conquiste sociali, la scuola, la sanità, le pensioni, la sconfitta della fame e dell’emigrazione.
Arrivare con tanti contrasti alla decisione di festeggiare un anniversario così importante rappresenta però un segnale negativo. Anche ieri tre Ministri non hanno aderito. La Lega non riesce a condividere questa festa nazionale. Nello specifico: Maroni era assente, Bossi e Calderoli hanno votato contro. Questa ulteriore frattura peggiora la nostra immagine agli occhi del mondo.
La speranza, adesso, è che ogni città d’Italia metta a punto qualche iniziativa di rilievo, in modo che ogni italiano possa avere l’opportunità di legare questo giorno di festa speciale a qualcosa di altrettanto significativo. Chi ha vissuto il centesimo anniversario dell’Unità se lo ricorda per la condivisione che ha unito l’Italia e la sua rinascita dopo il disastro della seconda guerra mondiale. A Varese nel prossimo marzo potremo ricordare la nostra unità con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Intanto martedì in Consiglio Regionale si discuterà la proposta di legge sulle iniziative regionali per i 150 anni dell’Unità. La Lombardia può lanciare un bel messaggio.


 

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