Lo avevamo denunciato per tempo. E così è stato. Prima gli aumenti del biglietto, poi i tagli delle corse. In provincia di Varese, sono saltati 185mila e 500 chilometri di corse di autobus, pari al 4% del servizio di trasporto pubblico. In totale sono interessate 26 linee. Nello specifico, sono state completamente soppresse le corse nei giorni festivi per le fasce extra urbane dirette a Cittiglio, Luino, Ponte Tresa, Cuveglio, Laveno Mombello, Besozzo, Sesto Calende, Daverio e Arona: si tratta di una riduzioni totale di 87mila chilometri annui, pari all’1.94%.
Altri tagli ci saranno nei giorni feriali scolastici per alcune linee, la cui utenza è reputata scarsa, come gli autobus diretti a Bisuschio, Clivio, Luino, Laveno Mombello, Travedona, Gavirate, Sesto Calende, Laveno e Besozzo e Brebbia. Si tratta di 94.770 chilometri in meno all’anno pari al 2,11%.
Diminuiranno le corse anche nei giorni feriali non scolastici, quindi durante le festività pasquali e durante le vacanze estive da giugno a settembre. In totale si tratta di 3.714 chilometri annui, lo 0,08%, sulle linee dirette a Mesenzana, Malpensata, Montegrino e Luino.
E poi ci sono gli aumenti. Ricordo che dal primo febbraio gli utenti del trasporto regionale pagano il 12,39% in più, visto che oltre al 10% di cui si parla scatta anche l’aumento Istat 2010. Dal primo maggio ci sarà poi un ulteriore aumento sempre del 10%, quindi la somma degli aumenti sarà circa del 25% annuo. Non solo, da quest’anno non sarà più possibile detrarre le spese di trasporto dalla dichiarazione dei redditi.
Si tratta di una situazione insostenibile per i pendolari, tanto più se si somma all’aumento del costo dei carburanti (la benzina 1,568 euro al litro). Qualsiasi sia la soluzione scelta per viaggiare si viene a spendere di più. La scelta di penalizzare gli utenti del trasporto pubblico penalizza fortemente le famiglie, specialmente in questo periodo di crisi.