Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 23/3/2011 alle 19:35

Il Consiglio dei Ministri ha dato via libera al decreto legge contenente misure a difesa delle imprese italiane e contro le scalate straniere nei settori strategicamente rilevanti.
Peccato che si sia mosso molto tardi, confermando una preoccupante confusione di idee sui temi riguardanti le politiche industriali. D’altronde siamo rimasti per mesi senza un ministro dell’Industria.
Nello specifico, Lactalis possiede al momento una quota superiore al 29% di Parmalat. La Societè Generale è passata dal 3,068% al 5,081% nel capitale sociale di Parmalat nel mese di marzo.
Un paese come l’Italia richiede di definire delle strategie sui settori fondamentali per la propria economia e società.
Finora si è solo balbettato, ondeggiando fra posizioni protezioniste o di apertura unilaterale.
La necessità di sostenere le imprese che operano in settori strategici come l'energia, l'agroalimentare, la difesa e le telecomunicazioni era chiara anche prima; sia per fornire dei prodotti migliori che per essere in grado di operare in altre aree commerciali.
Come è indispensabile promuovere alleanze internazionali e mercati trasparenti per i consumatori.
Va bene mettere un freno e creare delle norme anti-opa, ma è chiaro che bisogna costruire una rete di reciprocità in Europa che possa portare a compartecipazioni, dato che nessun paese continentale ha da solo la dimensione per sfidare i colossi americani o asiatici.
Accanto a regole di questo tipo, occorre formalizzare una politica economica tesa alla competitività ed alla crescita delle imprese, soprattutto nei settori trainanti.
Occorre in sostanza fare delle politiche industriali adeguate ad un mondo nuovo.
 

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