Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 15/4/2011 alle 17:35

La morte di Vittorio Arrigoni, il pacifista 36enne di Lecco strangolato dai salafiti, nel calderone infernale del Medio Oriente, conferma la presenza di forze che puntano allo scontro frontale senza alcuna volontà di rispettare la vita umana.
La pace era il senso della presenza del cooperante in quelle zone, ed è anche l’ideale per cui ha perso la vita.
Le forze estremiste nella striscia di Gaza cercano sempre, in qualsiasi contesto, di vanificare ogni forza di pace. Vittorio, insieme alle tante migliaia di vittime uccise dagli estremisti, testimonia quanta iniziativa politica servirebbe per portare la pace in una delle zone più martoriate del mondo.
Oggi fanno riflettere ancor di più i post firmati “Vik da Gaza city”. Brevi cronache nelle quali Vittorio raccontava la sua esperienza.
“Restiamo umani” è la frase con cui ha concludeva i suoi post. Non facciamo cadere nel vuoto questo appello. Non facciamo naufragare gli ideali di questo giovane.
Un abbraccio alla famiglia che con grande dignità riesce a vedere, oltre al dolore, il senso profondo dell’esperienza del loro Vittorio.
 

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: -
Archivi:
Ultimi post:
(27/12/2012 - 18:18)
(14/12/2012 - 17:23)
(12/12/2012 - 20:37)
(10/12/2012 - 17:27)
(4/12/2012 - 16:30)
(1/12/2012 - 16:41)
(30/11/2012 - 15:26)
(29/11/2012 - 15:00)
(26/11/2012 - 14:47)
Links: