Che fine ha fatto l’iniziativa volta a riqualificare 256 stazioni ferroviarie lombarde? Con lo scopo di far rivivere le stazioni ferroviarie minori, la Regione, Rfi, Ferrovie nord e Anci nei mesi scorsi avevano sottoscritto un accordo denominato “Stazione in Comune”. Tale accordo si proponeva di riqualificare le stazioni, favorendone la cessione in comodato gratuito per cinque anni in cambio di attività di manutenzione, gestione e sorveglianza. La Regione ha successivamente aperto un bando che proponeva ai comuni di “adottare” un locale, destinandolo ad attività di interesse per il territorio, per la clientela ferroviaria e per la cittadinanza. In pratica, si andava a riproporre quanto già fatto in modo spontaneo in alcune stazioni, dove il comune ha coinvolto le associazioni locali per far rivivere alcuni spazi. Il bando che chiede la disponibilità degli enti locali é scaduto, ma non si sa nulla riguardo alle risposte pervenute. Il sospetto è che si siano candidati pochi comuni. Sono molti, infatti, i problemi delle stazioni. Lo scorso autunno abbiamo visitato 415 stazioni lombarde. Dal nostro censimento è emerso che il 70% di queste non ha la biglietteria. Il 70% è degradato, privo di riscaldamento e di aria condizionata, il 45% non ha servizi igienici agibili. A fronte della situazione, avevamo proposto un emendamento al bilancio per costituire un fondo regionale di rotazione in modo da mettere a disposizione un volano di risorse. Ma è stato respinto. L’idea dell’affidamento dei locali delle stazioni ai comuni resta valida. Però occorre, come avevamo suggerito, un sostegno economico iniziale e maggiori garanzie.