Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 18/8/2011 alle 19:42

Bisognerebbe trovare una parola per definire quella abitudine tutta italiana del voler riportare sempre e comunque ogni cosa «alla normalità». Mi riferisco alla «moda lessicale» diffusa nel nostro Bel Paese di voler lanciare messaggi positivi e rassicuranti anche nelle peggiori situazioni. Un esempio è la campagna di comunicazione di Trenitalia che ha bandito alcune parole sull'Alta Velocità. Il termine «guasto» è stato sostituito da «controllo tecnico». Guai a nominare un «ostacolo», meglio parlare di un generico e meno minaccioso «ingombro sui binari». Vietato dire «incendio», piuttosto preferire un tranquillizzante «intervento dei vigili del fuoco in corso» (la regola vale anche per veri e propri roghi, come quello di Tiburtina). Trenitalia, che ha già multato una capotreno per non essersi attenuta al manuale degli annunci, spiega che la scelta dei termini può aiutare a non diffondere ansia e panico difficili da gestire. Tutto risponde a un preciso piano di comunicazione affidato a tre manuali: uno specifico per gli annunci nelle stazioni redatto in collaborazione con il dipartimento di studi filologici linguistici e letterari della Sapienza di Roma, uno per gli annunci a bordo e un altro ancora pensato per i Frecciarossa e i Frecciargento.
Berlusconi docet: lui che ha definito il Paese «stabile» mentre in realtà l'Italia si trovava indebitata fino all'osso, con tanto di Bce pronta a comprare i titoli di Stato.
E' vero, magari ignorare la realtà dei fatti aiuta a vivere meglio. Peccato però che l'informazione è un diritto e la pazienza ha un limite. E che alla fine tutti i nodi vengono al pettine.

Categoria: Idee e proposte
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