Bisogna distinguere tra infrastrutture e appalti.
Le infrastrutture devono rientrare nella programmazione nazionale e internazionale. Trafori, tunnel, autostrade e la stessa Tav nascono per soddisfare il bisogno di circolazione di uomini e merci.
Altra cosa sono gli appalti collegati alle infrastrutture. Questi devono procedere nel massimo della trasparenza e della verifica, devono essere costituiti in modo che non vi siano infiltrazioni o logiche di subappalto poco chiare.
Lo dice la storia che nelle grandi opere la mafia ha sempre tentato di allungare i suoi tentacoli.
Significativo è l’invito che gli Mario Virano, commissario straordinario del governo per l'alta velocità, ha posto a Roberto Saviano, autore della recente inchiesta pubblicata da Repubblica: “Tav, da Napoli alla Valsusa le mani della mafia sui cantieri”. L’idea è quella di promuovere un incontro con tutti gli amministratori, le rappresentanze sociali del territorio, le forze economiche e sindacali, con l’obiettivo far crescere la sensibilità sul tema della legalità economica.
Senza però fermare i cantieri, cosa che va a discapito delle infrastrutture e degli obiettivi di cui parlavo all’inizio. Bisogna interrompere quel circolo vizioso che porta a bloccare gli investimenti perché si teme di procedere negli appalti.