Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 30/7/2012 alle 16:20

Lo scorso settembre, sul mio blog, scrivevo: “sono anni che si parla dei libri di testo in formato digitale, senza mai fare un concreto passo avanti. Certo, ci sono esperienze positive in alcuni istituti, ma la quasi totalità delle scuole è ancora indietro, ancorata ai vecchi manuali di 400 pagine”.
Quest’anno, invece, sembra che qualcosa sia cambiato. La Regione e il Miur hanno prestato un bando per la fornitura di supporti digitali, come tablet, pc portatili e lavagne Lim. In totale il finanziamento ammonta a 8 milioni e 720 mila euro. Molte richieste presentate da più scuole della provincia sono state accolte (come il professionale Verri e l’Ite Tosi di Busto Arsizio, i licei dei Tigli, l’Isis Ponti, il Falcone di Gallarate, l’Ite tosi di Busto, l’Isis Facchinetti, il Daverio e il Frattini di Varese, etc).
Avere le dotazioni informatiche, però, è solo il primo passo. Adesso bisogna colmare il divario sociale e tecnologico e lavorare affinché insegnanti preparati aiutino i giovani a sfruttare davvero questi strumenti. Sostituire i testi con gli ipertesti non è cosa da poco: cliccare, aprire finestre, passare da un contenuto all’altro con rapidità cambia la struttura mentale e il modo di ragionare. I ragazzi vanno supportati a cavalcare la multimedialità, ma anche a non perdere la cultura tradizionale, quella che per secoli ci ha reso “uomini narrativi”, quindi riflessivi e non impulsivi.
Il tablet a scuola, però, è una rivoluzione che si deve compiere, perché è la società che sta andando in quella direzione. Ci vuole coraggio: l’editoria deve digitalizzarsi. E soprattutto: i testi su cui studiare devono costare meno.
 

Categoria: Idee e proposte
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