Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 22/8/2012 alle 14:55

Altro che la cattiva immagine degli Italiani lavativi e fannulloni. I dati diffusi dalla Fondazione Hume e riportati oggi sulla Stampa ci danno uno spaccato del mondo del lavoro assolutamente diverso e reale.
Siamo sopra la media Ue per il lavoro notturno. Ma soprattutto siamo in assoluto il popolo che lavora di più al sabato. Su 100 lavoratori, ben 30 lavorano al sabato. Dopo di noi, nell'ordine, vengono la Grecia, la Francia, i Paesi Bassi, la Spagna, la Germania, il Regno Unito, il Belgio, l'Ungheria e il Portogallo (con il 7,5%). Anche alla domenica riposiamo un po' meno degli altri (la media di chi lavora abitualmente di domenica nei 27 paesi europei è del 12,2%, in Italia siamo all'11,9%).
In compenso, le nostre ore lavorative medie settimanali sono leggermente inferiori: 38,8 contro le 42,2 degli Inglesi.
Considerando però le varie tipologie contrattuali di lavoro e di impresa italiane probabilmente il nostro dato è sottostimato.
Ormai quello che accomuna l'Europa è il rapporto con il lavoro, che è diventato sempre più insicuro.
La paura di perderlo conduce allo stakanovismo: un fenomeno che porta sì qualche vantaggio dal punto di vista economico, ma sopratutto un aumento dello stress e una distribuzione poco equa della forza lavoro. Chi ha un impiego tende a lavorare sempre di più, chi non lo ha rischia di restare disoccupato.
L'agenda delle misure per la crescita deve considerare questo cambiamento e delineare un contesto più sereno, che tenga conto della necessità di avere un impiego rispettando la salute.

Commenti dei lettori: -
Archivi:
Ultimi post:
(27/12/2012 - 18:18)
(14/12/2012 - 17:23)
(12/12/2012 - 20:37)
(10/12/2012 - 17:27)
(4/12/2012 - 16:30)
(1/12/2012 - 16:41)
(30/11/2012 - 15:26)
(29/11/2012 - 15:00)
(26/11/2012 - 14:47)
Links: