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inserito il 17/3/2008 alle 17:44

La scuola arranca. In Italia e la Provincia di Varese non fa eccezione. La “sofferenza” riguarda i docenti, insoddisfatti e malpagati, ma anche le strutture scolastiche. Una recente ricerca di Legambiente in Lombardia ha rilevato che nel 54 per cento dei casi gli alunni studiano in edifici vecchi, realizzati tra il 1900 e il 1974. È stata stilata anche una classifica nazionale sulla base del livello di qualità dell'edilizia scolastica: al decimo posto si trova Mantova, la migliore delle province lombarde, e per trovare Varese si deve scendere fino al quarantasettesimo gradino, poco più in alto di Milano che si trova al cinquantacinquesimo.
Sulla scuola “si naviga a vista”: anche il ministro Fioroni, ministro del governo di sinistra, non è riuscito a prendere decisioni che cambiassero davvero le sorti della nostra scuola pubblica. Non è riuscito neppure a contrapporsi ai poteri forti che dirottano sulla scuola non statale contributi sostanziosi (anche se, è bene ricordarlo, l’articolo 33 della Costituzione dice espressamente: " Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato").

Il programma del Pd  mette l'istruzione al punto 7 e parla un po' genericamente di portare al diploma l'85 %dei nostri ragazzi. Tra le "cinque risoluzioni per la Padania" della Lega Nord la scuola non è neppure citata. Entra più nel dettaglio il programma del Partito della Libertà e considera la scuola, l'università, la ricerca e la cultura il quarto obiettivo da raggiungere.
Le aspettative sono molte, le risposte, fino ad oggi, poche. La scuola italiana è ancora lontana dagli obiettivi dell'Unione Europea. Troppi ancora i giovani che lasciano gli studi a metà senza un diploma; pochissimi gli adulti che curano la loro preparazione anche dopo avere completato gli studi e ancora troppo pochi coloro che sono in possesso di un diploma di scuola superiore. Che fare? Cominciare a pensare alla Scuola come a una priorità potrebbe essere un primo, piccolo passo avanti.
(Ro.Ber)

Commenti dei lettori: 3 commenti -
L'istruzione, la formazione lungo l'arco della vita, sono un diritto e un dovere dei cittadini. I giovani che nella scuola di ogni ordine e grado si formano sono infatti la ricchezza primaria sulla quale un Paese deve investire. La formazione e l'istruzione per tutti, la valorizzazione dei meriti reali, il sostegno nella debolezza e la lotta all'abbandono, portano infatti alla garanzia della piena, consapevole, partecipata cittadinanza di tutti.
Scritto da Luisa Oprandi il 17/3/2008 alle 20:50
Le statistiche fanno riflettere. Dimentichiamo, per un attimo, le carenze dell'edilizia scolastica e pensiamo alle risorse umane. La professionalitą e la competenza delle insegnanti di scuola materna ed elementare, da noi, non rappresenta un valore. In questo Paese di caciottari e di De Filippi, di mandolinari e di Marcuzzi, il prestigio di un insegnante č misurato da youtube. I bambini imparano a crescere, migliorando la propria autostima. Ma conta di pił la protesta dei taxisti. Chissą...
Scritto da Marco Caccianiga il 18/3/2008 alle 08:58
credo che prima di parlare degli "edifici scolastici" ci si debba concentrare sul fatto che, come segnalato, molti studenti si "perdono per strada". Sapete perchč? perchč questa scuola super riformata non stimola, non educa, non supporta, non fa appassionare i giovani allo studio, che vivacchiano per arrrivare al voto di sufficienza. pretendiamo che i docenti motivino gli studenti (e prima ancora loro stessi) e non ci sarą bisogno di realizzare nuovi edifici scolastici.
Scritto da mamma preoccupata il 18/3/2008 alle 15:39
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