Azioni, interventi e proposte per la competitività delle imprese.
Associazione Artigiani
inserito il 21/5/2008 alle 08:45

Accensione motori
Vinca il migliore! Come sempre. Anche in questo “grand-prix” del federalismo che punta al modello della Regione Lombardia come esempio per l’intera Italia. Umberto Bossi lo premia e vuole trovare una convergenza vincente con la proposta di legge varata dal consiglio regionale lombardo il 19 giugno 2007. Questa volta non si scappa: le imprese creano economia e chiedono che l’economia faccia quadrare i conti, anche per loro. Tasse pagate, vantaggi sul piatto.
Partenza falsa
Il Governo non frena gli entusiasmi e “sgomma” con proposte federaliste abolendo l’ICI, imposta che federalista, invece, lo è già. Si basa, infatti, sulla responsabilizzazione dei sindaci ed il 60% delle entrate tributarie dei comuni proviene dalla tassa sugli immobili. Magari si potrebbe ripensare il catasto e legare, come in Germania, Spagna e Inghilterra, la percentuale dell’imposta alla vivibilità del quartiere nel quale è collocato l’edificio.
Al Senatur non serve il “pit-stop”
L’ha detto il Senatur: l’80% dell’Iva ed il 15% dell’Irpef statale (l’intero gettito delle accise sulla benzina, l’imposta sui tabacchi e quella sui giochi) dovrà rimanere qui. E con quell’80% il conto economico della Lombardia raddoppierebbe passando dagli attuali 21 miliardi a 42. Sul fatto che la classe politica ci avesse preso, per anni, per i fondelli non avevamo dubbi…Meglio cambiare marcia!
Regioni “a spinta” sul grand-prix della fiscalità
D’accordo, ma quanto dei tributi versati a Regioni, Comuni e Province rimane sul territorio e viene reinvestito in loco? Pochissimo al Nord, tutto (con qualche ulteriore “rinforzino”) al Sud. Il Giornale, pochi giorni fa, scriveva: “Come dire che Irap, addizionale regionale Irpef, Tarsu e Ici ad esempio versate dai lombardi, servono per pagare asili e strade di Calabria e Basilicata. Mentre la Lombardia copre le spese correnti con il 64,6% dei propri tributi, in Basilicata si supera di poco il 21%”. Conti alla mano, sono promosse il Piemonte (53,7%), il Veneto (53) la Toscana (47,8) e l’Emilia Romagna (45,9). Tutte virtuose, poi la media – perché c’è chi “va a spinta” - si abbassa.
Facciamo il pieno
Attuando il federalismo fiscale i lombardi, in media, potrebbero risparmiare 323 euro di tasse all’anno oppure ricevere ben 707 euro di servizi in più. Ancora Il Giornale: “Il che significa asili, tram, metropolitane, case popolari, vigili per le strade”. Ma questo potrà accadere solo se il federalismo saprà applicare un meccanismo perequativo (che se mal gestito porterà inevitabilmente a problemi costituzionali) di coordinazione tra regioni ricche e regioni povere. Speriamo si ingrani la marcia giusta.
Formigoni preme sull’acceleratore
Formigoni l’ha detto: <Bisogna avviare una forma vera di autonomia finanziaria delle regioni>, soprattutto dopo aver disegnato uno Statuto regionale <capace di rispondere alle esigenze dei cittadini>. Così federalismo, per imprese e famiglie, significherebbe il via libera alla contrattazione decentrata (con le gabbie salariali), il rilancio di Malpensa, la riforma lombarda dell´istruzione e della formazione professionale, la piena autonomia alle Regioni sulla Sanità anche in materia di posti letto e farmaceutica, l’incremento del fondo statale a favore dei non autosufficienti. Insomma, per il Governatore della Regione Lombardia il federalismo <e’ prima di tutto fiscale e va inteso come una priorità>.
Teste senza “casco”
La lista delle priorità è lunga. Meglio coinvolgere anche gli enti locali nel fornire il nostro territorio di strade e ferrovie che insistono maggiormente sulla viabilità lombarda. Procedere alla costituzione di un Sistema universitario regionale, incentivare la ricerca e l’innovazione per valorizzare il capitale umano del Nord-Ovest, vero plusvalore di questo territorio. Infine, puntiamo all’interazione tra università, centri di ricerca e imprese, parchi scientifici e tecnologici, distretti industriali. Per difendere i tanti “cervelli” – ricercatori giovani e validi – che rischiano di correre senza casco (precarietà o assunzioni all’estero).
Premio al vincitore: ampolle con acqua del Tevere
Dalle rive del Po a Palazzo Madama e oltre: il primo impegno del nuovo Governo sarà quello di trasformare gli italiani in “federalisti”. La Costituzione (italiana) c’è, l’ampia sovranità statale anche, i numerosi diritti di autonomia – come in Germania – no. Così la rubrica Piccola Italia: “C'è un'Italia che paga il conto del ristorante anche all'altra che invece non può permetterselo”. Ma da qui a poco tempo Berlusconi & Co. dovrebbero regalare agli italiani una grossa abbuffata. Il conto si pagherà, naturalmente, con ciò che i cittadini ricaveranno dalla famosa detassazione (che detassazione non lo è più) degli straordinari.

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