Idee e uomini non sono in vendita. Liberi e forti
Graziano Maffioli
inserito il 27/3/2008 alle 00:06

 

Purtroppo del Family Day e della Conferenza sulla Famiglia di Firenze sono rimasti solo i ricordi mediatici. Pochissime le conseguenze leggendo la Finanziaria 2008. Eppure il primo evento aveva portato in piazza centinaia di migliaia di persone ed il secondo aveva strappato al Presidente Prodi una promessa di interventi sostanziali per le famiglie.
E invece nulla. Da allora niente si è mosso.
 
Sembra, inoltre, non abbia importanza il fatto che l’Istat, con un ritmo preoccupante, continui a snocciolare dati sulla sempre maggiore povertà dei nuclei famigliari italiani (1,9 milioni di famiglie sono a rischio indigenza). Continuano a mancare risposte concrete e soprattutto manca una visione culturale capace di cogliere definitivamente l’importanza che la cellula fondamentale della società ricopre per la tenuta dell’economia, della coesione sociale, dell’educazione, dell’assistenza, della continuità generazionale e della solidarietà.
 
In questi giorni di campagna elettorale si sentono da più parti promesse mirabolanti e impegni assoluti. Assicurazioni che, c’è da scommetterci, sono destinate a svanire il giorno dopo le elezioni. Oltretutto sia Berlusconi che Veltroni fanno leva sull’assistenzialismo, non capendo che quello che occorre non sono sussidi una tantum o interventi che hanno l’aspirazione di andare incontro alle famiglie e che poi fanno erroneamente riferimento ai redditi personali. C’è necessità di misure strutturali, soprattutto fiscali, commisurate al numero dei componenti del nucleo famigliare. Per questo l’UDC chiede da anni che alla famiglia venga riconosciuto il ruolo di soggetto tributario. Che vengano introdotti bonus e detrazioni per attività del nucleo famigliare in proporzione al numero dei componenti (con agevolazioni aggiuntive per la presenza di diversamente abili e di non autosufficienti).
 
Ma non basta a questo deve essere aggiunto un incremento degli assegni familiari per ogni figlio a carico come accade in Francia e un aiuto per tutte quelle spese che una famiglia deve affrontare per crescere al meglio i propri figli: asili nido, scuole, libri e mense scolastiche, attività sportive, corsi di studio all'estero, spese mediche, ecc. La prima, vera riduzione delle tasse deve partire dalla famiglia.
Commenti dei lettori: 7 commenti -
Data anche la caratteristica particolare delle imprese artigiane, molto spesso imprese familiari, ritengo teoricamente condivisibile il principio di considerare la famiglia un soggetto tributario. Ma, proprio per voler essere realisti e concreti, da dove si devono e si possono trovare le risorse necessarie ? Mantenendo sulle imprese una tassazione penalizzante per la loro capacità di competere o elevando le aliquote a carico dei singles ? Tagliando quali spese ? O che altro ?
Scritto da Gianni Mazzoleni - Segretario provinciale CNA il 27/3/2008 alle 10:44
Caro Mazzoleni, il programma di governo dell’UDC non è un “libro dei sogni” come quello del Pdl e del PD. Noi non facciamo proclami demagogici destinati a durare lo spazio di una campagna elettorale. Per tutte le spese riportate nel nostro programma sono state previste le adeguate coperture che saranno reperite realizzando, tra le altre cose, i seguenti punti: - Attuazione del federalismo fiscale, attribuendo responsabilità alle regioni. - Semplificazione della struttura istituzionale abolendo organi che non rispondono più a reali esigenze. - Soppressione o drastica riduzione delle Province, le cui competenze possono essere ripartite tra Comuni e Regioni. - Riduzione delle comunità montane e delle circoscrizioni, accorpamento dei piccoli comuni e soppressione del Consiglio nazionale dell’ economia e del lavoro. - Istituzione di una cedolare secca del 20% sugli affitti per favorire l’emersione dei contratti illegali ed il ripristino della redditività dei canoni di locazione. - Lotta all’evasione non con atteggiamenti vessatori ma attraverso l’introduzione del “contrasto di interessi” tra contribuenti. - Congelamento delle spese correnti primarie per la Legge Finanziaria 2009. - Eliminazione della Legge Finanziaria puramente “incrementale” e sostituzione con una legge di bilancio sul modello privatistico, con l’obiettivo di porre merito e risultato al centro del sistema di spesa. - Dismissioni di partecipazioni e di patrimonio immobiliare (previa rivalutazione) dello Stato e degli Enti Locali. - Rivalutazione dei canoni dei beni demaniali. Graziano Maffioli
Scritto da Graziano Maffioli il 28/3/2008 alle 23:07
Se mi è consentita una battuta, questo non è il libro ma l'enciclopedia dei sogni. Intendiamoci, sono d'accordo su quasi tutte le misure elencate, ma mi basta pensare alle reazioni che ha provocato il tentativo di mettere ordine nelle comunitò montane per dubitare fortemente della possibilità di attuarne qualcuna-
Scritto da Gianni Mazzoleni il 30/3/2008 alle 08:22
graziano, mi spieghi dove il programma del PD e del PDL è un libro dei sogni?
Scritto da ema il 1/4/2008 alle 20:16
graziano, mi spieghi dove il programma del PD e del PDL è un libro dei sogni?
Scritto da ema il 1/4/2008 alle 20:16
Caro Mazzoleni, il nostro programma sancisce l'intesa tra l'Udc e Rosa bianca ed è impostato sulla verità e la responsabilità. E’ un programma realizzabile anche se siamo ben consci che non sarà facile e che richiederà impegno e sacrifici. D’altra parte questi sono presupposti irrinunciabili dato che l’Italia è in grave difficoltà e deve uscire da una situazione critica. Naturalmente tutti devono fare la propria parte, lo sforzo non può essere chiesto solo ai cittadini e la politica per prima deve dare il buon esempio. Per questi motivi abbiamo inserito tra i provvedimenti da attuare anche la semplificazione della struttura istituzionale attraverso (a seconda dei casi) l’abolizione, la riduzione e la riorganizzando degli organi che non rispondono più a reali esigenze quali Province, comunità montane e circoscrizioni. Noi ci impegniamo a farlo e speriamo che chiunque andrà al governo faccia altrettanto.
Scritto da Graziano Maffioli il 4/4/2008 alle 17:53
Caro Ema, I programmi elettorali del Pdl e del Pd non hanno la copertura sufficiente per mantenere gli impegni presi con gli elettori. Non lo diciamo noi ma è quanto emerge da un'analisi del Sole 24 Ore, che mette a confronto le promesse di Walter Veltroni e Silvio Berlusconi con i relativi costi. Da quanto rileva l'analisi del quotidiano economico, il programma del PDL ha un costo che oscilla tra i 72,65 e gli 87,7 miliardi, mentre la copertura prevista è di appena 33,35 miliardi. Quello del PD prevede una spesa di circa 19,7 – 28,3 miliardi ma la copertura arriva al massimo a 18,35 miliardi. E questo solo per parlare della parte economica. Se analizziamo anche il lato politico ci possiamo facilmente accorgere come le diverse anime dei due partiti saranno spesso in disaccordo su molti temi e sulle modalità di applicazione dei provvedimenti.
Scritto da Graziano Maffioli il 4/4/2008 alle 18:00
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