Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 1/5/2009 alle 08:18

Francesco D’agostino è un poeta operaio, immigrato dalla Sicilia e residente per tutta la sua vita lavorativa a Venegono Superiore. L’ho incontrato a tutti i Primi Maggio finchè è rimasto in vita, vestito della festa e abbracciato alla sua amatissima moglie. Scriveva poesie che leggeva ai turnisti della sua squadra e che ha lasciato in eredità su fogli incisi dalla matita alla famiglia e agli amici. Mi piace ricordare la Festa dei Lavoratori con due sue poesie.

 
Non sparare
 
Non sparare al mio bisogno:
ti sono fratello,
cerco solo lavoro per il pane giusto
che mangeremo insieme.
 
Non sparare a un figlio:
mia madre mi aspetta
perché sono solo suo,
come tu sei della tua:
le mamme ci vogliono vivi.
 
Non sparare a me uomo:
io non sono Abele,
e non voglio che tu sia Caino,
facendoti assassino del tuo sangue,
nei poveri pascoli della vita.
 
Non sparare al mio lavoro,
perché lotto anche per te;
perché il pane quotidiano
è dono di Dio ai figli
ed è frutto della nostra fatica.

A Franz, morto sul lavoro

Eri con noi,
uniti nel bisogno
di racimolare il pane.
 
Ci cercavi,
ti facevi trovare
spalla a spalla
ci si arrabbiava,
si gioiva;
ci si scioglieva
nella fatica quotidiana,
gridando canzoni
d'amore e di protesta.
 
Poi un mattino
un botto ti sorprese
ti segnasti in ginocchio.
Nessuno s'accorse...
la morte crudele,
rapì i tuoi 54 anni.

 

Categoria: Persone
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