Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 21/5/2012 alle 14:41

Terremoti storicamente noti in Italia

Purtroppo prosegue lo sciame sismico in Emilia Romagna. I morti accertati dell’ultimo terremoto in Italia sono 7 e tra loro turnisti di notte (del sabato!) che hanno pagato con la vita la mancanza di sicurezza nel lavoro e hanno interrotto un’esistenza già faticosa per arrivare a fine mese. Mi venivano in mente, questi due sfortunati, mentre i giornali italiani riportavano la notizia dell’aumento salariale del 4,5% degli operai tedeschi, che invece immaginiamo con il casco in testa e dentro capannoni non improvvisati.

E’ vero che un terremoto non può essere esattamente previsto, ma il nostro Paese (si veda il grafico sopra) sopporta un forte terremoto ogni 5 anni, documentato sommariamente dal IV sec. a.C. (Talete e Pitagora) fino ai tempi di Galileo ed ora registrato con strumenti sensibilissimi e esaminato anche dagli scienziati più noti (Rubbia, Margherita Hack). Quindi, conviviamo coi terremoti e il primo dovere di chi amministra dovrebbe essere quello di mettere il Paese in sicurezza. Sarebbe una spesa che si ripaga sulla vite sepolte dalle macerie, sulla civiltà violata dall’imprevidenza, sul patrimonio artistico che vediamo crollare a pezzi.

Ogni volta la generosità delle popolazioni sopperisce all’irresponsabilità dei governanti. Il ministro Passera, a nome del Governo, ci ha riproposto due giorni fa’ le grandi opere di sempre, le cementificazioni, i viadotti autostradali e le gallerie che traforano anche il paesaggio lombardo dovunque ti giri, i gassificatori e gli oleodotti con cui si accelera il cambiamento climatico. Non è forse il caso di un cambiamento qui ed ora che punti sul riassetto territoriale, l’antisismicità delle costruzioni, la manutenzione del patrimonio artistico, la diffusione delle energie rinnovabili: tutte soluzioni che danno occupazione e migliorano la qualità delle nostre vite? Ma non ci si può proprio contare: avanti così, per spostarci più veloci tra un disastro e l’altro.

Commenti dei lettori: 2 commenti -
Magari fossimo così saggi da pensare a quello che lasciamo a chi verrà dopo! Altro che innalzamento dello spread, qui siamo alla distruzione del più grande patrimonio artistico e culturale dell'occidente. Germania più ricca, ma Grecia e Italia sulla via dell'abbandono. Non un granchè per la civiltà che trasmettiamo.
Scritto da Attilio Grossi il 21/5/2012 alle 15:02
Cassaintegrati e giovani disoccupati o sotto occupati non potrebbero essere una risorsa per mettere in sicurezza il nostro territorio, bene comune? Per il cambiamento "qui ed ora" mi sembra che occorra attendere un lento spostamento di modelli ed abitudini di vita che faticosamente va costantemente ricercato.
Scritto da Renato Landini il 21/5/2012 alle 16:32
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