Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 14/6/2009 alle 08:57

Il mondo dell’auto è in continua fibrillazione. Oggi è in difficoltà non solo la General Motors, ma la stessa Toyota. Ci si può chiedere allora, più in generale, in relazione alle previsioni di Marchionne secondo il quale resteranno sul mercato soltanto sei grandi case automobilistiche, quali potrebbero alla fine essere le aziende prescelte dalla sorte. Sullo sfondo sta il gigantesco problema rappresentato dal fatto che l’industria automobilistica mondiale è in grado oggi di produrre almeno 90 milioni di vetture all’anno, mentre il mercato in questo momento ne assorbe all’incirca soltanto 55 milioni. Oggi ci sono al mondo quattro grandi aree di consumo, gli Stati Uniti, l’Europa, il Giappone, la Cina ed un’impresa che mira a stare adeguatamente nel mercato dovrebbe coprirle tutte abbastanza bene. Toyota ha venduto circa 9 milioni di vetture nel 2008, ma per il 2009 si prevede una caduta sino a 6,5 milioni. C’è poi, sorprendentemente, la Volkswagen, che ha venduto 6,3 milioni di unità nel 2008. Seguono la Renault-Nissan, anch’essa con buone chance ma senza risultati spettacolari, la Ford - che ha venduto 6,3 milioni di unità nel 2007, 5,4 milioni nel 2008, poi la Honda e la Hunday-Kia, ambedue in rilevante crescita. Sono da prevedere poi una o due marche cinesi. La General Motors, dopo la cura dimagrante e dopo aver inghiottito 50 miliardi di dollari di denaro pubblico, dovrebbe collocarsi intorno ai cinque milioni di vetture. Restano da sistemare la Fiat-Chrysler, ora probabilmente sui quattro milioni di unità, la Peugeot, sui tre, poi la BMW e la Daimler Benz. Vanno infine ricordate alcune case relativamente piccole, quali la Tata, la Suzuki, la Mitsubishi, la Subaru. Appare difficile immaginare se e come, in un relativamente prossimo futuro, si potrà passare a sei imprese soltanto. Per la Fiat, in questo risiko, alla fine, restano all’orizzonte soltanto grandi incertezze. Intanto i lavoratori del gruppo torinese continuano comunque ad essere lasciati all’oscuro delle strategie dell’azienda torinese per quanto riguarda il nostro paese. Nel frattempo, con la chiusura della vicenda Opel è venuta a tramontare anche la possibile acquisizione da parte Fiat delle attività sudamericane della GM, nonché di quelle svedesi (Saab). Il mondo dell’auto non dovrebbe mancare di riservarci in un futuro anche prossimo delle sorprese clamorose; speriamo soltanto che esse non danneggino i lavoratori del settore. Mentre le vicende della Chrysler sembrano andare avanti in maniera più positiva, le potenziali nuove intese del gruppo torinese con altri produttori per raggiungere
 

Categoria: Economia
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