Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 23/6/2009 alle 10:33

Le elezioni di domenica e lunedì non hanno salvato Berlusconi, isolato sul piano internazionale, screditato come non mai, con i vescovi che non lo guardano di buon occhio, Fini che prende le distanze e la Lega che aumenta il suo peso relativo nella coalizione. Importantissimo è stato lo sciopero della scheda, che ha fatto saltare un referendum che si sarebbe tradotto in asso pigliatutto per un PdL azzoppato nella figura del “padrone”. Il mancato quorum è una buona notizia per la democrazia innanzitutto. Ma anche un respiro per i partiti minori e un bene per il PD, che dopo le sconfitte avrebbe rischiato il suicidio. Erano in ballo i governi di comuni come Bologna, Firenze, Bari, Padova, Ferrara, Terni, Brindisi, Parma, Arezzo e Ancona, tutti vinti dal centrosinistra, che ha solo in parte ridotto l’ondata pesante di destra abbattutasi alle europee. Nonostante la tenuta alla provincia di Torino, i ballottaggi hanno strappato alle coalizioni progressiste Cremona, Ascoli Piceno, la provincia di Venezia e, con forti implicazioni simboliche, Prato e la provincia di Milano. Se riflettiamo sulla Lombardia, i segnali sono ancora una volta negativi per la sinistra a cui non rimane nessuna provincia, se si esclude Mantova dove non si è votato. La Lega qui purtroppo si conferma vincitrice, compensando con il presidio del territorio attuato dalla sua proposta xenofoba e escludente le incertezze che affiorano nel PdL e le prime difficoltà che accompagnano il declino di Berlusconi. Allo stesso risultato testa a testa tra Penati e Podestà ha contribuito un certo disimpegno di Bossi nei confronti di una candidato lanciato da Berlusconi, ma inesistente nella storia e nella politica milanese. Purtroppo si rivelerà molto pesante la perdita della Provincia, che ha costituito per cinque anni l’unico vero contropotere lungo l’asse Formigoni – Moratti, che allinea in chiave conservatrice la regione più ricca e popolosa del Paese. Con un commento a botta calda, aggiungerei che la rincorsa al centro e l’ossessione securitaria non hanno pagato: lo dimostrano il recupero di Del Bono a Bologna, che ha vinto facendo dimenticare Cofferati, il trionfo di Emiliano a Bari sulle ali dell’accoglienza e dell’innovazione sociale, la vittoria di Zanonato a Padova, caratterizzata dalla presa di distanza dalle pulsioni leghiste che lo circondano nel Veneto. Non serve inseguire: i conservatori, ce lo insegnano, non sentono il bisogno di spostarsi a sinistra, eppure vincono le elezioni.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: -
Archivi:
Ultimi post:
(23/5/2012 - 12:46)
(22/5/2012 - 11:37)
(21/5/2012 - 14:41)
(18/5/2012 - 10:23)
(17/5/2012 - 14:09)
(16/5/2012 - 13:10)
(15/5/2012 - 12:05)
(13/5/2012 - 22:00)
(11/5/2012 - 18:35)
(10/5/2012 - 13:50)