inserito il 8/7/2009 alle 10:54
Oggi divulgo uno splendido editoriale che Tonio Dell'Olio, direttore di Libera, ha scritto sul mensile di Pax Christi e che con drammatica lievità ci sbatte davanti alla decadenza della vita pubblica di cui Berlusconi è protagonista ![]() Dal primo giugno si erano perse le sue tracce perché Armando non riusciva più a reggere lo sguardo di sua moglie e tanto meno a riferirle del licenziamento. Per questo Armando aveva anche tentato il suicidio. Poi ne ha parlato la televisione, Chi l’ha visto? Ma il presidente del consiglio del nostro Paese l’ha visto? È salito sul sicomoro? S’è fatto largo tra le fronde per rendersi conto che c’è una famiglia in questo Paese che vive con 500 euro al mese e piange per aver perso anche quel poco che ha? Non si sa se sia più immorale tutto quel che viene quotidianamente a galla con la Velinopoli barese o ignorare la condizione di un disoccupato. Se sia più immorale regalare gioielli come bonbon alle ospiti di una serata mondana o negare la crisi perché non si ha il coraggio di salire sull’albero. Il guaio peggiore è che il successo di chi ostenta ricchezze e fortune al punto da potersi permettere tutto, ma proprio tutto, fa scuola nel nostro Paese. A leggere le cronache, il trentenne imprenditore rampante pugliese che allietava con belle donne le serate del proprietario di Palazzo Grazioli e Villa Certosa, è l’esatto prodotto del modello berlusconiano cui aspira con ogni forza. Egli è uno dei tanti cloni di personaggi che sembrano giunti dalla mitologia greca metà venditore di mercato rionale e metà illusionista, metà guitto e metà conquistatore. Questo modello di successo e di potere è nella testa di tanti giovani per i quali si scrive ogni giorno un altro vangelo: a chi dimostra di saper conquistare il successo tutto è permesso, niente è proibito, tutto è lecito, niente è immorale. La vita è un palcoscenico in cui va quotidianamente e perennemente in onda L’isola dei famosi e Il grande fratello. Darwinianamente ogni giorno quelli come Armando vengo “nominati” e quelli come Tarantini si fanno furbi. Non sappiamo se quella di salire sull’albero sia stata un’idea di Zaccheo o se qualcuno gliel’abbia suggerita. È certo che ci sentiamo orfani in questo Paese di voci autorevoli, credibili e forti che invitino il premier a prendere coscienza del clima di decadenza in cui stiamo scivolando. Di chi inviti, persuada, incoraggi il presidente del consiglio a salire su un sicomoro per incontrare la vita e ridare il primato alla giustizia. Categoria: Persone
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