Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 3/10/2009 alle 07:48

Lo scorso 25 settembre è stato l'Earth Overshoot day: il giorno in cui il nostro consumo di risorse naturali sorpassa la produzione naturale annua della Terra. Sappiamo tutti che la natura non fa crediti a nessuno; nonostante ciò il 25 settembre l’umanità ha già utilizzato tutti i servizi ecologici – dalla depurazione della CO2 alla produzione delle risorse alimentari – che la natura può procurarci in un anno. Sono dati del Global Footprint Network, una associazione di ricerca che misura quante risorse naturali abbiamo, quante ne usiamo e chi le usa. Come ogni altro Paese, azienda o famiglia, la natura ha un bilancio annuale: ogni anno produce un certo quantitativo di beni ed è in grado di smaltire un certo quantitativo di rifiuti. Il problema è che la richiesta di risorse e servizi da parte dell'umanità eccede le capacità della Terra, una condizione definita di sovraconsumo (Overshoot). Ad oggi - secondo il Global Footprint Network - noi impieghiamo meno di 10 mesi per consumare il quantitativo di risorse che la natura genera in 12 mesi.
Il cambiamento climatico è il risultato più drastico di questa continuo dilapidare le risorse della natura”, dice il prof. Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network. “Ma non è l’unico: la perdita della biodiversità, la deforestazione, la diminuzione del pescato, l’erosione del suolo, la carenza di acqua potabile sono tutti sintomi del fatto che la natura sta esaurendo il credito a nostra disposizione”. L'Earth Overshoot day cade esattamente 80 giorni prima che i leader si incontrino a Copenhagen per affrontare la conseguenza principale del nostro sovraconsumo ambientale. La sfida è di ridurre questo sovraconsumo sia in tempi di crisi che in quelli di prosperità: dobbiamo trovare un modo di mantenere economie prospere nonché il benessere dell’uomo ma in un modo che non dipenda dalla distruzione delle risorse e dall’accumulo di CO2”. In un paese densamente popolato come l'Italia l'impronta ecologica fa capire quanto sia importante rilanciare una agricoltura a basso impatto grazie alle filiere corte e ai metodi biologici e quanto sia urgente incentivare il risparmio energetico, il riciclaggio dei rifiuti e l'uso delle energie rinnovabili per far diminuire la dipendenza dall'energia fossile inquinante e in via di esaurimento. Tutte iniziative che si tradurrebbero in enormi risparmi per le famiglie italiane.

La Recessione Globale rallenta poco la “richiesta ecologica”
La nostra impronta rispetto al carbonio (la quantità di terreno e di mare che ci vuole per assorbire tutta la CO2 che produciamo come calcolata dal Global Footprint Network) è aumentata del 1000% dal 1961. Le emissioni di CO2 ammontano a più della metà del nostro sovraconsumo di natura. Stiamo immettendo oggi molto più CO2 di quanto l’ecosistema Terra possa neutralizzare e quindi esso si sta accumulando nell’atmosfera generando il cambiamento climatico. A causa della recessione economica globale, secondo i calcoli del Global Footprint Network, raggiungeremo questa infausta “pietra miliare” con due giorni di ritardo rispetto allo scorso anno; nel passato l'Earth Overshoot dayha anticipato ogni anno di 4-6 giorni.
“Il punto è che anche in questa dolorosa situazione economica mondiale, siamo ancora fuori budget nel nostra utilizzazione dei beni e servizi della natura” ha detto Mathis Wackernagel. “La sfida è di ridurre questo sovraconsumo sia in tempi di crisi che in quelli di prosperità: dobbiamo trovare un modo di mantenere economie prospere nonché il benessere dell’uomo ma in un modo che non dipenda dalla distruzione delle risorse e dall’accumulo di CO2”.

Come viene calcolato l'Earth Overshoot day
Ogni anno, il Global Footprint Network calcola l'Impronta Ecologica dell'umanità (ovvero la sua necessità di campi, pascoli, foreste, aree di pesca e spazio per infrastrutture e per assorbire CO2), e la confronta con la biocapacità globale (ovvero la capacità degli ecosistemi appena citati di produrre risorse e assorbire rifiuti). L'Earth Overshoot day è un concetto ideato dalla fondazione inglese “nef” new economic foundation, e viene calcolato sui dati del 2005 (l’anno più recente in cui sono disponibili i dati) e su proiezioni basate su tassi storici di crescita della popolazione e dei consumi.

Passare all’azione
L’intervento per tenere a freno la produzione di CO2 da attuare a Copenhagen, come quello da parte di singole città, nazioni e organizzazioni, è di sviluppare una maggiore efficienza nell’uso delle risorse, perché ciò sarà decisivo nel bilanciare il nostro budget naturale. Minimizzare la dipendenza dalle fonti energetiche fossili in favore di forme di energia più pulite e meno dissipatrici di risorse è uno dei passi più importanti verso questo obiettivo. Un altro è incoraggiare la costruzione di infrastrutture più efficienti. Le strade, gli impianti per la produzione di energia, le abitazioni, gli acquedotti e le scelte urbanistiche che oggi compiamo possono durare anche 50 o 100 anni: cattive scelte possono legarci per decenni ad un consumo di risorse rischioso sia da un punto di vista ecologico che economico. Il Global Footprint Network e i suoi partners internazionali sono concentrati sulla soluzione di questo problema, lavorando con i leader dei governi e delle aziende affinché nei processi decisionali tengano nella massima considerazione i limiti ecologici.
Per un elenco delle iniziative per il L'Earth Overshoot day vedi
www.footprintnetwork.org.
Grazie ad un forte impegno internazionale per scongiurare queste dinamiche, l'Earth Overshoot Day potrebbe diventare storia e non più una notizia.

Gruppo impronta ecologica della Rete di Lilliput
r.brambilla@mclink.it


Categoria: Idee e proposte
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