Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 25/10/2009 alle 08:22

Man mano che ci si avvicina alla scadenza del 2015 ci si rende conto che con ogni probabilità gli Obiettivi del Millennio fissati dall’ONU, che prevedono una drastica riduzione di alcune forme di povertà nel mondo, non verranno raggiunti "per mancanza di risorse". Sarebbe invece possibile raggiungere quegli obiettivi se si devolvesse a questo scopo il 4% delle spese militari mondiali del 2008 o il 10% delle stesse spese USA. Allo stato attuale Svezia, Lussemburgo, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi sono i soli ad aver rispettato nel 2008 l’impegno a dedicare lo 0,7% del loro prodotto interno lordo all’aiuto allo sviluppo . Sono dati che in qualche modo sospettavamo. Era impossibile non vedere l’elefante nella stanza e adesso che lo sappiamo, dovremmo responsabilmente incalzare il nostro governo a mettersi al passo con gli impegni solennemente assunti in sede internazionale al G8 dell’Aquila e mettersi al passo di Svezia, Lussemburgo...
Ma…passata la festa gabbato lo Santo!
Teniamo poi conto che la crisi mondiale sta peggiorando di molto le aspettative, soprattutto per i più poveri. L’allarme lanciato dalla FAO (Food and Agricolture Organisation), l’organismo che per le Nazioni Unite si occupa di politiche alimentari, è di quelli drammatici. Il Mondo è sempre più affamato: le persone sotto la soglia di denutrizione sarebbero oltre un miliardo, con una crescita drammatica addirittura del 9% rispetto all’anno scorso. Se l’Asia è la più interessata dall’emergenza alimentare e sanitaria, l’Africa sub-sahariana non lo è molto meno: sono 260 milioni le persone denutrite nell’area. La drammatica classifica prosegue con l’America Latina e i Caraibi, dove la soglia della sottonutrizione non è superata da oltre 50 milioni di persone, e l’arco sud del Mediterraneo, con Nord Africa e Medio Oriente, dove la denutrizione colpisce 40 milioni di persone. Non si registrava un dato così allarmante dal 1970 e le cause di questa emergenza sono da ricercare in una nefasta combinazione di fattori. Innanzitutto la crisi economica che ha colpito molti dei Paesi sviluppati che hanno così ridotto o eliminato forme direte di sostegno, come i finanziamenti per la cooperazione allo sviluppo. Al contempo, la perdita di posti di lavoro nei Paesi sviluppati ha avuto l’effetto indiretto di far calare sensibilmente le rimesse dei lavoratori provenienti dai Paesi in via di sviluppo, spesso fonti importanti dei bilanci di singoli e famiglie in tali paesi. Altro che politica dei respingimenti per tenere tranquilli quelli con la pancia piena!

Categoria: Idee e proposte
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